E’ sicuramente vero che Ranieri ha le sue colpe: a partire dal volersi ostinare a giocare con uno schema che prevede gli esterni quando questi non l’abbiamo…per non parlare dell’aver lasciato in panchina il giocatore più in forma del momento e, ancora, per non parlare della sua assoluta incapacità di cambiare le partite in corso d’opera: Van Gaal all’inizio del secondo tempo mischia le carte sulle fasce, perchè nel primo tempo non era riuscito a sfondare…Ranieri lascia tutto così com’era, ed ecco la frittata. 78 minuti e un gol subito prima di far uscire un Totti assolutamente fuori condizione ed effettuare il primo cambio. Infine, dovrebbe intensificare gli allenamenti sui calci piazzati. Non è solo un problema di Burdisso Jr.: la Roma sui calci piazzati, in difesa, prende quasi sempre gol. Assurdo, non è possibile. Non è, tuttavia, solo colpa sua. Totti, per esempio, invece di parlare a giornali e tv e dire che Ranieri è un catenacciaro, dovrebbe pensare piuttosto a dare il suo contributo in campo. Un uomo spogliatoglio, capitano storico, non può dire certe cose in pubblico. Massimo rispetto per Totti, ma se non sta in forma è giusto che non giochi. Tutti adoriamo Totti e sappiamo quanto sia forte…ma dev’essere la nostra in più…e basta. Stesso vale per De Rossi che, almeno, non parla male di Ranieri pubblicamente. Quanti passaggi ha sbagliato ieri Daniele? Ieri è mancato il centrocampo: Pizarro lento e macchinoso, Perrotta assolutamente fuori condizione, De Rossi corre a vuoto. Non sono d’accordo con chi dice che per correre di qua e di là sbaglia i passaggi, perchè arriva stanco. Allora Keyta, Cambiasso, Thiago Motta (fondamentale in casa Inter), Frings e via dicendo sono superuomini? De Rossi è stanco, da fin troppo tempo. Apprezziamo la sua generosità, ma forse sarebbe meglio farlo riposare. Nessuno deve avere alibi, nessuno merita il posto da titolare a prescindere. Con il Bologna? Pizarro, Brighi e Simplicio a centrocampo. In attacco Menez, Borriello e uno tra Julio Baptista e Adriano. Lo vedremo? Ho paura di no.
Ave atque vale.