Rassegna Stampa – Il Romanista – Centravanti di sfondamento, potente fisicamente, forte all’occorrenza anche di testa, un pedigree da fuoriclasse e un’amicizia sincera con Totti. È Adriano? Sì. Ma pure Batistuta. Dieci anni dopo la coppia scudetto, a Trigoria si forma un altro tandem biologicamente simile. Non è un caso che alla presentazione dell’Imperatore, si siano riversati al Flaminio migliaia di romanisti. Accadde lo stesso in quel torrido 6 giugno 2000.
Ai piedi di una Sud stracolma, sciarpa al collo, Batigol calciò più forte che poté verso la sua Curva. Fu l’apoteosi e pure l’inizio di una cavalcata memorabile. Sul campo, il feeling tra Totti e Batistuta si tradusse in numeri da scudetto: 33 gol in due. Quando poi decollava dalla panchina anche Montella, nessuna difesa era in grado di resistere. L’affiatamento in campo tra il Capitano e il bomber argentino, strappato alla Fiorentina grazie a un sacrificio economico senza eguali nella storia della Roma: 70 miliardi di vecchie lire, era figlio di un rapporto straordinario tra i due.
Totti e Batistuta si frequentavano anche fuori da Trigoria. Meglio ancora: anche prima di Trigoria. Si erano conosciuti sul set di uno spot Tim quando l’argentino vestiva ancora la maglia viola. Fu “amore” a prima vista. Si scambiarono i numeri di cellulare. E il Capitano registrò quello di Batistuta con il nome di “Mitraglia”. Ovvero, il gesto che Gabriel ripeteva dopo ogni gol. Il Ta-ra-ta-ra lo aveva reso celebre in tutto il mondo, compresa casa Totti. Quando l’argentino conquistò Roma, conquistò anche l’amicizia di Francesco. Potenza, pedigree da fuoriclasse. E quelle risate genuine sull’erba di Trigoria, primi segnali di un rapporto schietto. Dieci anni dopo, la Roma potrebbe avere fatto nuovamente bingo. E Totti potrebbe avere un amico in più. Sul campo e fuori. Un amico importante. Un Imperatore.