(Il Romanista)- L’altra faccia della Roma si chiama Cicinho, nero come il carbone e deluso dall’ennesima esclusione.
Ora si affretteranno a dire che non è un caso, che non è successo niente, ma quello tra Cicinho e la Roma è un rapporto ormai logoro, arrivato al capolinea. Ieri pomeriggio l’ennesima esclusione del brasiliano, arrivata al termine di una settimana carica di polemiche. Domenica scorsa dopo aver appreso dell’esclusione contro il Bari, Cicinho aveva abbandonato l’Olimpico ed era andato direttamente a casa senza assistere alla vittoria dei compagni. Poi c’era stato il chiarimento con Gian Paolo Montali e la promessa che certi comportamenti non si sarebbero più ripetuti. Invece ieri a Bergamo è andato in scena un nuovo capitolo della storia infinita tra il brasiliano e la società.
Quando ha saputo della nuova esclusione, infatti, Cicinho non l’ha presa benissimo ed ha avuto un duro faccia a faccia con Ranieri. Il tecnico, che proprio sabato in conferenza stampa aveva detto di non essere uno che porta rancore, gli ha spiegato che la sua è solo una scelta tecnica. In questo momento sulla fascia destra ci sono altri giocatori che gli danno più garanzie rispetto a lui. E proprio questa consapevolezza, cioè quella di essere ormai una terza (se non quarta visto che ora anche Burdisso lo ha scavalcato) scelta, potrebbe portare Cicinho a chiedere di essere ceduto. Probabilmente già a gennaio, sicuramente a giugno se la situazione sarà risolta prima. Il suo procuratore, Ricardo Satri, in settimana aveva detto che se le cose non fossero cambiate entro breve tempo, avrebbero preso in considerazione l’ipotesi di una cessione. Probabilmente l’esclusione di ieri è un altro passo in quella direzione. Il suo sogno, nemmeno troppo nascosto, sarebbe quello di tornare a giocare in patria, ma in Brasile non ci sono squadre disposte a spendere una cifra che possa consentire alla Roma di rientrare almeno in parte degli 11 milioni di euro spesi nell’estate del 2007 per strapparlo al Real Madrid.