(BLOG FORZA-ROMA.COM – LA COPERTA SI E’ STRAPPATA) – La Roma inanella la seconda sconfitta consecutiva e stavolta la cerca e la merita tutta, contro una squadra, la Juve di Ferrara, più solida, più organizzata, più veloce, più aggressiva, più bella, insomma più forte.
Conscio di una coperta sempre più corta, Spalletti prova a tirarla tutta verso il basso, cercando di dare consistenza alla fase difensiva, seppure a discapito della brillantezza e della imprevedibilità in zona d’attacco, giocando di rimessa e lasciando che fossero gli avversari a fare la gara.
E per una ventina di minuti la Roma tiene, almeno fino a quando Cassetti non confeziona il più classico dei lisci e la frittata è fatta. La coperta si strappa. Da quel momento in poi la Roma appare spezzata in due; perde sicurezza in difesa e diventa confusionaria in attacco. Le poche occasioni create sono figlie del caso e dell’iniziativa personale, come il goal di De Rossi. Dietro si sbanda paurosamente e Diego fa quello che gli pare. Del resto la Juve lo ha acquistato per questo, sborsando un bel po’ di quattrini, mica chiedendolo in prestito gratuito…
Il pensiero corre a quel 4-4-2 che Spalletti aveva pensato ed imbastito ad inizio stagione.
Ancora una volta, però, il fiasco societario in sede di mercato ha stravolto le idee dell’allenatore, costringendolo a rivedere i suoi piani. L’attaccante di peso necessario ad attuare il nuovo modulo non è arrivato. L’anno passato la cessione di Mancini impose la ricerca di esterni in grado di sostituirlo in quel 4-2-3-1 che tante soddisfazioni aveva dato durante il campionato precedente. Gli errori in sede di campagna acquisti obbligarono il Mister a tamponare una situazione che si faceva sempre più preoccupante, predisponendo un centrocampo a rombo, grazie al quale la Roma mise fieno in cascina, evitando sgradevoli sorprese.
Quest’anno la storia si è ripetuta: la lungimiranza di Spalletti ha suggerito una Roma più quadrata, in grado di proporre un sistema di gioco più consono ad un campionato altamente competitivo, più concreto, seppure meno evoluto e fantasioso. Probabilmente, se il progetto fosse andato in porto, ieri le frequenze cardiache dei tifosi avrebbero fatto registrare valori più vicini alla soglia di tolleranza e la coperta avrebbe riscaldato testa e piedi senza dovere per forza fare una scelta di compromesso.
Ora che il panno è lacero Spalletti si cimenta nell’arte della sartoria mentre la dirigenza scava disperatamente e frettolosamente sulle bancarelle di Porta Portese.
Al peggio non c’è mai fine.