(RUBRICA LA ROMA SECONDO ME, FORZA-ROMA.COM) – Il consiglio buono per questo inizio di stagione potrebbe essere quello di non sottovalutare la portata autolesionista dell’essere catastrofici. Sarà per questo che fanno ancora rumore le dichiarazioni rese da Spalletti alla vigilia della gara col Genoa, dichiarazioni che hanno sorpreso non poco chi ha imparato a psicanalizzare le parole del Mister. La denuncia è di quelle forti, non solo per il contenuto, ma anche per le modalità ed i tempi. Per la prima volta Spalletti non getta acqua sul fuoco, ma sceglie di adoperare la benzina. Per la prima volta non difende a spada tratta la società e la dirigenza ma ne evidenzia limiti e lacune. Spalletti ci parla della mancanza di programmazione e di organizzazione e, probabilmente, fin qui non genera alcuna meraviglia. Per questo, verosimilmente, sceglie di andare oltre e sottolinea come l’AS Roma manchi non solo delle risorse, ma anche dei riferimenti temporali necessari ad una pianificazione a lungo termine ed ampio raggio. Rispolvera i trionfi di Udine per rimarcare come siano stati figli di una competenza ed una professionalità che sembrano latitare dalle parti di Roma. Non perde l’occasione per osservare come anche le squadre non classificatesi tra le prime quattro nella stagione precedente abbiano fatto ottimi acquisti, maledicendo le tempistiche sciagurate di un mercato che sembra aver tradito la fiducia rinnovata nelle segrete stanze di Villa Pacelli. Ma soprattutto lascia l’auditorium con un interrogativo atroce: cosa si cela dietro questa presa di posizione? E’ probabile che Spalletti abbia voluto preannunciare una strategia societaria votata alla sopravvivenza e all’improvvisazione, in attesa di un ribaltone in ambito dirigenziale, auspicato dai più, ma impossibile da pronosticare nei tempi e nelle dimensioni. Più semplicemente il Mister potrebbe essersi definitivamente dissociato da una gestione che non condivide più, delegittimandola di quella sacralità derivante dall’idea secondo cui ogni cosa è fatta per il bene della Roma e quindi è fatta bene. Ancora una volta, tuttavia, il bene della Roma coincide col meno peggio ed è questo, purtroppo, un esercizio mentale al quale i tifosi si sono tristemente abituati.
Gerardo Monaco
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