“E’ finito, non può più dare niente alla Roma“. Quanti di noi non hanno pronunciato questa frase, chi edulcorata e chi ancora in maniere più colorita? Ebbene, un’altra volta, dopo 9 anni di gloriosa militanza, dopo 286 presenze nelle quali ha consegnato una maglia zuppa ed a volte strappata, siamo tutti qui a dire grazie a Taddei, dopo 9 anni ancora ci stupisce. Una tecnica individuale rara nel calcio, costretta e limitata nel corpo di un brasiliano atipico, che ha sempre pensato prima alla Roma, prima alla squadra, prima all’utile, poi alla propria gloria, alla giocata individuale. Dopo aver giocato ala, punta, centrocampista e terzino, ora Taddei ha scoperto di poter giocare, e bene, anche nel ruolo di mediano. E’ per questo motivo che Rudi Garcia ha scelto lui per sostituire Daniele De Rossi, ovviamente fino alla gara di sabato, quindi nel periodo in cui centrocampo e difesa della Roma sono state e saranno orfane della qualità e della quantità di De Rossi.
Taddei è un simbolo per tutti i Romanisti, è un motivo di orgoglio, un giocatore appartenente ad un’epoca ormai diversa, che è lontana 9 anni nella realtà, ma una ventina d’anni nella percezione dei tifosi della Roma, per cui gli anni di Spalletti lontanissimi. Ha donato quasi tutta la propria carriera alla causa Giallorossa, alla maglia che ha sempre portato con orgoglio e amore. Si è sempre fermato a salutare i tifosi, negli allenamenti a porte aperte è sempre rimasto un quarto d’ora di più per divertire i tifosi con palleggi e giocate che lui sa fare benissimo, ma che non ha mai ostentato. Alla Roma ha donato gran parte della propria carriera, la propria vita ed ha regalato a tutti quanti i tifosi sorrisi, gioie e grandi emozioni: a prescindere da come finirà questa stagione, Roma e la Roma non dimenticheranno MAI Rodrigo Ferrante Taddei.
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