Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma, al Convegno “La libertà di stampa nello Sport”:
“Il tema della libertà di stampa merita un approfondimento: la libertà è un valore impegnativo. Come non essere a favore della libertà di stampa: siamo tutti a favore. Libertà vuol dire necessità a livello filosofico, libertà dai condizionamenti. E voglio fare una riflessione ispirata da un filoso francese, visto che noi in questo periodo andiamo molto d’accordo con i francesi. Parliamo di libertà di stampa ma anche di responsabilità della stampa. Il nostro allenatore (Garcia, ndr), pochi giorni fa ha fatto un appunto sulla responsabilità, chiedendo rispetto del suo lavoro e di non dover mandare ronde intorno a Trigoria per impedire di spiare gli allenamenti tattici. Questa è responsabilità della stampa. Giorni fa c’è stata una notizia riportata dai giornali non vera, riguardante un presunto litigio tra Garcia e Ljajic; cosa che abbiamo subito smentito con l’ufficio stampa ma un noto giornale l’indomani ha titolato: ‘Ljajic lascia l’allenamento: infortunio o altro?’, e nel pezzo poi c’era scritto ‘Ma è stato smentito dalla società’. Perchè succede questo?“.
Accade anche che a volte le società smentiscano cose che in realtà sono accadute veramente…
“Sì, certo. Proprio per questo, infatti, le notizie vanno sempre verificate. Viva la libertà di stampa senza dubbio, ma vi chiediamo di valutare l’aspetto della responsabilità. Noi siamo disponibili ad aiutare i ragazzi che fanno giornalismo; vogliamo tutelarli, anche perchè questa responsabilità è pesante: bisogna fare corsi, studiare, avere la giusta formazione e poi essere pagati. Noi siamo disponibili ad aiutarli“.
A Romanews: “Il campionato non è falsato, se la pensassimo così non scenderemo in campo. Fino ad oggi non è accaduto nulla, è un campionato regolare. Come stanno i maghi? Qualcuno sta pagando i contromaghi (ride, ndr)“.
Arriva un nuovo pareggio per la Roma, c’è preoccupazione per questo calo?
“Non c’è nessun calo. La Roma ha fatto cose straordinarie sino ad oggi ed è bene che non ce lo dimentichiamo. Due pareggi non devono far cambiare l’idea e la sensazione che questa squadra quando va in campo è in grado di vincere ogni partita come è successo anche nelle ultime due partite. Il nostro compito è quello di metterci in condizione di essere in campo per vincere la partita. Questo è quello che continueremo a fare“.
Esiste un problema arbitri?
“Mi riallaccio a quello che ho detto un attimo fa: noi dobbiamo metterci in condizione di vincere le partite, poi i risultati dipendono da tante cose: la fortuna, la bravura degli avversari, le decisioni arbitrali che fanno parte del gioco e sono totalmente fuori dal nostro controllo e sono cose di cui noi non dobbiamo preoccuparci“.
La piazza però è scontenta e vorrebbe sentirsi in qualche modo rappresentata…
“Se noi pensassimo che il campionato non è regolare perché gli arbitri decidono come devono finire le partite, noi non dovremmo scendere in campo. Ed è evidente che non è così. Se poi noi dovessimo pensare che invece strillando possiamo condizionare gli arbitri, allora faremmo un altro errore ancora più grave e ancora più sciocco: se facciamo la gara a chi ha la voce più grossa e gli strumenti di informazione più grandi abbiamo finito di fare il nostro lavoro“.
La partita di ieri porterà la Roma a intervenire sul mercato di gennaio in maniera forte?
“La partita di ieri la Roma meritava di vincerla e sfortunatamente non ha vinto, ma noi continuiamo il nostro percorso come abbiamo fatto dalla prima giornata. Ripeto, la Roma fino ad oggi ha dato dimostrazione di poter fare cose straordinarie e siamo convinti che lavorerà per continuare a farlo“.
Si guarda sempre alla quarta o invece lo scudetto è possibile?
“Noi continuiamo a fare i nostri compiti: bisogna fare i compiti per arrivare preparati. E arrivare preparati vuol dire arrivare in campo in condizione di poter vincere la partita, cosa che, ripeto, è accaduto in tutte le partite disputate sino ad ora, anche in quelle pareggiate“.
La sosta arriva al momento giusto?
“Non c’è un momento giusto o non giusto: la squadra non ha bisogno di riposare, a parte che non è una sosta perché ci sono le nazionali che complicano invece sempre il lavoro di ogni squadra visto che i giocatori vanno via e quando tornano non si sa che tipo di lavoro hanno svolto. Sarebbe una sosta se ci fosse la possibilità di lavorare insieme, ma così non è, quindi non è positiva“.
Quanto pesa l’assenza di Francesco Totti?
“In una società pesano tutte le assenze perché l’allenatore deve poter fare le proprie scelte a seconda del momento di forma dei giocatori e su tutta la rosa a disposizione. Ovvio che più si perdono giocatori a disposizione, meno scelte si hanno e si hanno meno soluzioni e quindi è peggio per la squadra“.