Antonio Cassano, ospite della trasmissione I signori del Calcio di Sky Sport, ha ripercorso le tappe della sua avventua romana, svelando molti particolari inediti del suo rapporto con il Presidente Sensi, con Capello e Totti. Ecco uno stralcio dell’intervista mandata in onda da Sky Sport:
Hai scelto di andare alla Roma perché c’era Totti?
"Sì, perché quando avevo 15-16 anni per me era il calciatore più forte e mi faceva piacere giocare con lui. Quando sono arrivato a Roma e ho giocato con lui, sono stato contento e si è avverato un sogno. Anche la Dirigenza della Roma mi aveva fatto sentire importante, avevo parlato con Capello e Baldini. Ho scelto la Roma, anche perché mi dava più grano. Anche il Presidente Sensi è stata una figura molto importante nel mio passaggio alla Roma: ha speso tanto, ci ha messo la faccia, ha puntato su un ragazzino di 17 anni, mi ha dato tanto. Non posso che ringraziarlo. E’ stato fondamentale, più di altri che si sono presi i meriti del mio acquisto. Sensi è stato quello che mi ha preso, con l’appoggio di Capello".
La Roma aveva appena vinto lo Scudetto…
"Sì e poi abbiamo vinto la Supercoppa ad agosto. Secondo me, qualcosa in più potevamo fare con quella squadra. Siamo arrivati due volte secondi e almeno uno di quei due Scudetti potevamo anche vincerlo. L’anno in cui abbiamo pareggiato a Venezia, quell’anno abbiamo pareggiato undici partite con le ultime sette in classifica! Ci siamo persi per strada lo Scudetto".
Al primo appuntamento con il Presidente Sensi sei arrivato in ritardo?
"Siccome ero molto affezionato, e lo sono anche oggi, alla mia città, non volevo spostarmi da Bari. Mi ricordo che dovevamo essere alle 9.00 in via Aurelia. Sono arrivato a mezzogiorno! Pensavo che il Presidente, visto che mi avevano detto che era un po’ fumantino, mi avrebbe mandato subito a casa. Invece mi ha abbracciato e da lì capii subito il bene che mi voleva".
Il giudizio finale su Capello è comunque positivo?
"Sì, io gli voglio bene. Con tutte le stupidate che ho fatto, tornando indietro, il periodo Capello non lo rivivrei così, perché gliene ho fatte veramente tante. E non tanto il periodo di Madrid, lì l’ho avuto solo per un anno, di cui sei mesi sono stato fuori rosa. Nel periodo di Roma gliene ho fatte tante".