Mangiante.
“Un’altra volta?”
Stavamo chiedendo a tutti gli allenatori. Vicenda Cipollini. Può dirci la sua?
“Angelo, l’ho saputo di rimbalzo. Ho visto la foto in una prima pagina, l’ho saputo prima di venire qui. Non conosco le novità, sono spiazzato. Io credo che un nemico lo abbiamo, chi s’interessa di sport, è il doping. E’ un tradire le aspettative di un mondo che sogna, calcio, ciclismo. Lo sport suscita sentimenti trainanti. Se penso ai bambini…mio figlio impazziva per il ciclismo. Non si perdeva nessuna tappa, gli piaceva come aspetto spettacolare. Quando c’è stata la storia di Pantani, ha finito di guardare tutto, le tappe ed il ciclismo. E’ triste togliere sogni ai ragazzini. Non solo i ragazzini sognano, però. Allo stadio vedo grandi e piccoli, vedo uomini piangere. Togliere un sogno è gravissimo“.
Timpano. In bocca al lupo mister! Baldini presentandola ha detto che lei è la sintesi della Roma da 8 anni a questa parte.
“Con Ranieri io non sono rimasto”.
Con ognuno di questi lei cosa portava dentro? cos’hanno aggiunto?
“Non ce n’è uno che non mi abbia lasciato qualcosa. Chi di più, chi di meno. Mi hanno lasciato anche un’altra componente, che nessuno mi chiede e a cui non risponderò. Mi hanno lasciato anche le cose sbagliate. So quello che non funziona e per quale motivo. Il motivo ad avere 60 anni è che io non ho bisogno di un modello di calcio da seguire. Se non ce l’avessi ora! so come fare calcio, so dove arrivare ed in quale modo. Ho già scremato: tutto è utile, ma alcune lo sono di più ed altre di meno. Io conosco la via diretta. Il risultato è incontrollabile. Se è vero che tutti gli addetti ai lavori dicono che siamo una grande squadra, se noi riusciremo a fare bene, otterremo anche risultati.
Lengua, centro suono sport. Regole?
“Non te le elenco. Roba nostra. Prima regola, però, quella del buon senso: sappiamo cosa fare. Non si può parcheggiare una macchina in doppia fila. Uno capisce, se è educato, il gruppo è educato e lo educheremo anche meglio, le cose le capisce da solo. Ci sono situazioni insindacabili. Ci sono situazioni indiscutibili. Come gli orari, l’educazione, la confusione. Stabiliti 5 capitoli fondamentali, nessuno può transigere. Piccoli, grandi, vecchi, esperti e non. Aurelio non è amico dei calciatori. Non potete entrare nello spogliatoio? e allora chiedete a calciatori, moglie e figli. Ci sono regole. E perché non dovrebbe andare così? io nello spogliatoio ho due icone. De Rossi e Totti, per romanità, Capitano e Capitan Futuro, ci sarà un motivo, no? loro due sono quelli che devono rispettare le regole più degli altri. loro sono i primi a dover muovere per primi le chiappe. Loro sono icone, monumenti. Se loro fanno ciò che devono, io non li voglio radere al suolo, io li voglio innalzare. Se io innalzo il valore di Totti e De Rossi, li metto sopra, chi è sotto alza. A loro do questo privilegio. Nessun privilegio, invece, dal punto di vista dei comportamenti. Questo che dico a voi, lo dico perché l’ho già detto ai giocatori. Capito?
Serafini. Pjanic ha parlato di equilibrio. Ruolo più adatto a lui?
“Ti risponderei volentieri perché mi piace parlare di calcio. E’ una settimana particolare. Il mio amico Delio Rossi è un po’ spiazzato, anche se gli bastano 10′ dall’inizio della partita, ma non vorrei concedere vantaggi, nè parlare di tattica. Se siete al buio voi, lo è anche lui. Ieri con la squadra abbiamo parlato 53′ della tattica. Noi lo sappiamo. Pjanic è universalmente riconosciuto come un talento assoluto. Ha qualcosa di più degli altri. Non a caso su di lui ci sono molte squadre. COme collocazione diventa facile. Ovvio, ogni giocatore ha delle caratteristiche ben precise. Fra amici, se Pjanic non ha compiti ti dimostra dove voler giocare. Ma per abilità tattiche, tecniche e fisiche, anche se non sono la peculiarità, lui può giocare in diversi posti. Con Zeman ha fatto bene ala. In Nazionale gioca da interno, trequartista, centrocampista centrale da regista, mezzo a sinistra e destra. Dove lo voglio? c’è un piccolo risvolto. Non c’è solo Pjanic da collocare. Va inserito in un modo da dare un equilibrio tecnico-tattico. In due metà del campo, in una metà può darmi delle cose, dall’altra parte dovrò compensare con altri uomini. Ecco perché il modulo esce fuori“.
Austini, il Tempo. Un altro dei problemi più discussi era la situazione dei portieri.
“Stekelenburg, da qui alla fine, come De Rossi, è titolare da qui fino alla fine. Se gioca bene“.
De Santis, Stampa. Lei prima ha detto che si è trovato con due squadre forti, come ribadisce sempre la società. I giocatori ne sono consapevoli?
“E’ uno dei problemi“.
Quintiliano. Lei ha detto che Zeman ha lasciato un’ottima eredità, ma mi sono rimaste impresse delle cose. Lei ha detto che adatterà il modulo ai giocatori, al contrario di Zeman. Anti-Zeman?
“No. Voi vi sentite anti-Zeman? diciamo le stesse cose. Squadra e classifica esprimono queste difficoltà ed anche questi alti e bassi. Voi ed il popolo di Roma dice tutti i giorni queste cose. Bisogna rimediare e riportare la squadra in alto, dove ci compete“.
ANSA. Nella precedente gestione si è parlato del rapporto Zeman-De Rossi. Lei ha parlato con De Rossi?
“Il ruolo che il popolo romano gli ha sempre assegnato, insieme alla società. E’ un uomo-guida. Per me, sarà titolare da qui alla fine. SE LO MERITERA’, sarà sempre titolare, altrimenti si giocherà il posto. Se farà IL DANIELE DE ROSSI, come da quando lo conosco, sarà la guida, un esempio da esportare nel mondo“.
Da 10 anni lavora nelle retrovie. Se a fine stagione la società le chiedesse di tornare dietro, cosa farebbe?
“No. Io lavoro per la società. Ho detto a mio figlio, dopo che mi avevano chiamato: “Andrei a fare questo lavoro anche se mi dimezzassero lo stipendio. E’ una sfida con me stesso, lo capisci? io non posso controllare la classifica, ma le altre componenti le controllo tutte, con certezza. Se la società mi dirà prospettive per il futuro, io prenderò atto ed insieme a loro continuerò a lavorare per questa squadra. Sono un uomo di società. Mi piacerebbe essere l’alleantore della Roma fra 3 anni, per vincere uno Scudetto. Io lavoro per la società e se loro saranno contenti, o meno, agirò di conseguenza. Chi mi ha visto gli ultimi 6 mesi? nessuno. Molto volentieri ho fatto questo lavoro“.
Ghiacci, corriere dello sport. Andreazzoli: “lo ritrovo chi ha detto dei 17 anni! è una notizia falsa, ma lo ritrovo, eh. Ho letto il trafiletto. C’erano una falsità ed una verità. Ci dobbiamo conoscere, non voglio tensione qui”. Ghiacci: “lei ha detto che la squadra andrà da sola. E fino ad oggi cosa non è andato? e poi, è arrivato e ha tolto le doppie sedute, nonostante ragazzi che guadagno oltre un milione. Sono la causa?”
“Devo dirti di sì? hai fatto una domanda, già sai la risposta. Tu non vuoi il mio pensiero, volevi dire il tuo. E’ implicito che io sia di parere contrario al tuo, alla tua affermazione. Che cosa c’entra quanto guadagnano i calciatori? che cosa lo chiedete a fare? a Roma Channel mi hanno rimproverato per essermi dilungato. Volevo spiegarmi. Non è che noi siamo qui con la piena del Tevere. Io mi gioco una chance, il sogno della mia vita. Hai capito? ho avuto la fortuna di avere questa opportunità. Ed io che faccio? per andare incontro a ragazzi tolgo le doppie sedute? perché loro gradiscono? Spalletti faceva le doppie sedute? no, lo sapete? Spalletti non viziava nessuno, era un sergente. Lo sapevate? no. Voglio che si capisca: perché prima chiedevo quella spintina, facendo l’esempio. Basta uno 0,2% di aiuto da tutti. Capisco, non m’interessa nessuna diatriba. Comincio OGGI il mio rapporto con Ghiacci. Non voglio, se c’è della roba dietro, non m’interessa e non ne voglio sapere. Voglio essere giudicato dal mio lavoro di sabato. Mi dà fastidio sapere che io ho dormito mediamente 3,5 ore a notte e mentre noi ci impegniamo, sentiamo questi scricchiolii. Non m’è piaciuta questo riferimento ai soldi. Solita nenia: ragazzini viziati…se lo meritano! se guadagnano tanto è perché son bravi! io non l’ho mai guadagnato giocando, perché ero scarso! qualche firma, fra voi, guadagna più degli altri. E lo stimolo qual è? guadagnare di più, lavorare in testate più importanti. Non permetto a nessuno, ve lo dico, in quello che posso fare, d’infastidirmi sulla squadra. La squadra la dovete lasciar stare: sono volenterosi e disponibili. Lasciatemi la squadra, se no avrete un nemico. Avrete un amico a parlare di calcio, perché non mi sembra vero. Lasciate stare la squadra“.
Gazzetta. Cosa resterà della Roma zemaniana? cosa cambierà? nel cuore di Andreazzoli sente l’eredità di Zeman?
“Non sento l’eredità di Zeman. Sfrutto quello che lui ci ha lasciato, in parte, molto, quanto vedremo. Però, come dicevo ai calciatori, il mister ci ha lasciato un’eredità enorme che noi dobbiamo sfruttare, che noi dobbiamo avere come patrimonio. Che cosa, l’ho detto ai ragazzi, si dicono dentro. I ragazzi sanno cosa il mister ci ha lasciato. Dall’aspetto morale, tattico e anche all’accettazione della fatica“.
Valdiserri: sia l’anno scorso che questo, è sembrato che la squadra non sia più riuscita a seguire un certo dogmatismo. Lei ha passato varie esperienze, anche con Spalletti cambiando modulo varie volte. La sua idea è proporre un’idea forte di calcio o visto il momento, sceglierà di essere elastico?
“Detto prima. Viene da sè. E’ tanti anni che faccio queste mestiere. Per 20 anni da primo allenatore, non come è stato scritto, 10 che faccio il secondo. Ora torno a farlo da primo. TORNO. Credo che sia una conseguenza logica, quella di far venire fuori ai calciatori un sistema, da soli. Credo che a volte il modulo sia un ingabbiamento. Se io avessi un dogma, sarei condizionato. Nessun allenatore vuol togliere qualcosa alla squadra. Se hai un dogma poi devi seguirlo, rischiando di togliere qualcosa ai giocatori. Io conosco tutti i moduli, ma sono a disposizione dei ragazzi e del momento. Per qual motivo, se non ho a disposizione la rosa al completo io debba per forza conseguire un’idea che è mia? no. I giocatori vanno esaltati e messi nella miglior condizione. Non sempre è così incidente come si pensa, l’allenatore.
Sportitalia: mi lego al fatto della squadra. Mi sono divertito a metterla in campo, ha detto. I moduli non contano, ha detto. Quanto cambierà la Roma da domani fino a quella del passato?
“Parliamo di sistema perché piace e perché servono i numeri. Sceglierò 11 calciatori, cercando di metterli in campo per esaltare le loro caratteristiche migliori. Le loro potenzialità, sono quelle che devo esaltare. Dovrò scegliere secondo forza, resistenza, tattica e tecnica. Ho bisogno di chi corre, di cuore. Poi scelgo 11 e dico: “giocate la partita”. Vanno a posto da soli. 3-5-2, 4-3-3, poi sono le caratteristiche dei giocatori a determinare il tipo di calcio“.
Mangiante: Riguarda una conoscenza che dura da 8 anni. Che tipo di lavoro è stato fatto in questi pochi giorni? scateneate emozioni?
“emozione senz’altro. Mi è stata affidata una cosa grande. Non ho avuto molto tempo da dedicare all’emozione, ho parlato con il gruppo, abbiamo chiarito regole e comportamenti, obiettivi. Ci siamo ritrovati a fare un cumulo di lavoro enorme che è lì, sperando si possa vedere. Sappiamo dove arrivare e come. E’ un lavoro così grande, da solo, non sarei stato in grado di farlo. Con l’aiuto loro, però, tutto ha funzionato. Da domenica scorsa abbiamo posto le basi per poi fruire di questo lavoro nel tempo, ma in breve scadenza. Non chiedo tempo, perché non ce n’è. Domani si gioca ed è LA gara. Siamo fiduciosi. C’è un vagone pieno di roba, sono chiamato a fare un lavoro a lunga scadenza, per la società. Voglio eliminare questo “problema” per il futuro. L’aspetto su cui migliorare maggiormente? classifica preferisco non parlarne. Obiettivi primari ne abbiamo molti. Abbiamo cercato di stringerli, cercando di dare la priorità, facendo quello che ci darà i maggiori risultati, secondo me. La squadra ha bisogno di rigenerarsi e di ritrovare fiducia, di ritrovare sentimenti sopiti nel tempo. In questi 8 anni questi sentimenti li ho visti decollare e precipitare. So cosa ha causato questa caduta, vogliamo lavorare su questo. Il discorso dell’ambizione e della voglia di vincere, ma non quella da slogan. Non servono slogan, nè frasi da mettere nello spogliatoio. Devo ricreare un ambiente che riporti ambizione. Stiamo facendo molto. Non ho preso i “primi”, ma ho preso i più “nascosti”, quello che si vedevano meno, tra questi chi c’è da tempo, chi c’è da meno. Con l’energia di tutti, dobbiamo far rinascere questo sentimento, che ora c’è ma è indeciso. Quando ho parlato di dolore della sconfitta, contrario al sentimento di prima, è per me estremamente importante. Se uno non riesce a soffrire come tutti i tifosi, gli amanti della Roma, se noi non soffriamo come i VERI ROMANISTI, non possiamo mai arrivare a dama, come uso dire. Risvegliamo questi due sentimenti ed otteniamo già un grosso risultato. Dobbiamo convincere tutti che la strada è quella giusta. In questa maniera, con questa forza, anche l’energia esterna senza la quale non esistiamo, se sentiamo questa energia, arriviamo davvero lontano. Sono fortunato di lavorare qui e con persone serie e ragazzi bravi. E devo fermare l’istinto di abbracciarli, ma non perché siamo amici, ma perché voglio offrire loro la mia energia, loro sono i protagonisti. E’ necessario che noi ci rendiamo conto che i principali protagonisti sono i calciatori! che vanno amati, non osteggiati, non offesi, può capitare. I calciatori devono dare una risposta, l’energia deve andare verso loro, LORO sono i protagonisti. Tutti quelli che si muovono dentro questo ambito, sono qua per la squadra. E non possiamo osteggiare la squadra, eprché altrimenti non c’è spazio NE’ per la squadra, NE’ per noi. Abbiamo tutti le nostre opinioni, ma siamo tutti innamorati di questa squadra. Dev’essere il nostro obiettivo. La società è la prima soffre quando le cose vanno male. Se anche voi tenderete verso di noi…la squadra è fortissima, la società ci ha fatto una grande squadra. Abbiamo due squadre FORTI. COntro la Fiorentina avevamo le “riserve”: eppure? abbiamo battuto la Fiorentina. Abbiamo DUE squadre forti, non UNA. Scusate questo discorso lungo, era importante farvi sapere questa cosa. Anche voi potete dare un contributo. Se volete partecipare, dando una spintarella, questo carro andrà da solo. Questa società è fortissima, ogni giorno c’è un’innovazione, mille sono le cose da fare”.
Andreazzoli: “Grazie a tutti”.
Baldini: “Buongiorno e grazie per essere venuti. Siamo qui per presentarvi il nuovo allenatore della Roma, che domani sarà per la prima volta da allenatore-capo. La mia presenza qui, oltre a presentare lo staff di Andreazzoli ed il mister, è perché incorre l’obbligo di ringraziare mr Zeman, per lavoro e dedizione di questi mesi. Quando le cose non vanno nella maniera sperata, le responsabilità non sono mai di una persona sola, ma da condividere. QUalsiasi siano le percentuali che voi volete ascrivere a dirigenti e allenatore, dividendo, il senso di questa scelta è quello di poter fare qualcosa per avere una dignità diversa da qui alla fine, per terminare nel migliore dei modi questa stagione e per gettare le basi per la prossima, eventualmente. A metà stagione è difficile poter incidere su rosa e dirigenti. La soluzione che si offre più facilmente, a chi deve decidere, è quello di un cambio della gestione tecnica. Tanto per non lasciare il campo aperto ad equivoci secondo cui non si vuole responsabilizzare nessuno e colpevolizzare qualcuno. Andreazzoli non è stato scelto adesso, ma un anno fa. Vedendo i tecnici residui dagli anni passati, abbiamo trovato in lui una risorsa, così l’anno scorso gli abbiamo offerto un contratto di 5 anni, perché fosse la memoria della Roma, perché conservasse il buono che ogni allenatore ha portato di buono fino ad ora. Ed anche per affrontare meglio le problematiche. Il mister gode di un rispetto e di una stima da parte nostra e di tutto l’ambiente, può offrire tranquillità, se così si può dire. Non rappresenta solo una soluzione temporanea, lo è, ma noi speriamo che possa rivelarsi definitiva. Vi ringrazio e vi lascio al mister. Gli auguro buon lavoro e buona fortuna“.