Ecco l’intervista ad Aurelio Andreazzoli trasmessa su Roma Channel:
SULLE PRIME SENSAZIONI
“So che fare, mi rendo conto dove sono. Ho molta responsabilitàe ho anche in mente l’idea di come svolgere il lavoro che non riesco a energie con preoccupazioni. Mi sono fatto la doccia dopo la mezzanotte godendomi gli spogliatoi di Trigoria. Sono stato un ora e mezza a pensare a come programmare il lavoro, non ho ansia. Sono motivato. Forse sono incosciente, mi sto godendo veramente questo momento, per me è un piacere.
Poi devo aggiungere che la società mi ha dimostrato entusiasmo e fiducia, mi avevano rinnovato il contratto e sapevo che tenevano a me. E’ stato Sabatini a farmi rimanere, avevo un altra offerta (secondo alla Fiorentina) ma sono rimasto. Sono tornato a Roma nell’estate 2011 più per cortesia che per altro per parlare con Sabatini e salutare gli amici a Roma. Ma quando ci siamo conosciuti ci siamo piaciuti subito e così ho accettato l’incarico.
Io ho sempre cercato di capire le situazioni grazie anche alla possibilità della società. Mi è stato cambiato il ruolo ma fare un passo indietro ti fa considerare le cose in modo più critico. Non mi sono fatte tante domande, ho risposte che ho maturato fino a quel momento. Ho partecipato a tutto ma mi ero defilato, poi mi hanno chiamato per fare una cosa del genere. Come ha detto anche l’amico Luciano (Spalletti, ndr), stare un passo indietroti fa vedere le cose in maniera ideale perchè non hai l’onere ed il peso di essere l’allenatore, puoi osservare più cose. Nel tempo mi sono fatto delle idee, positive o negative: ho messo le mie idee conoscendo l’ambiente di Trigoria. Lo vivo qui 24 ore al giorno con piacere e dormi qui da 8 anni.
So esattamente so cosa fare, come farla e con chi farla e dove mettere le mani. Ho degli obiettivi ma non li voglio svelare e so con chi voglio raggiungerli, avrò una società che mi sosterrà, non sono ansioso. Vogliamo programmare il futuro, penso come se tra tre anni sarò ancora l’allenatore della Roma. Voglio lavorare per questa società o in prima persona o con il mio ruolo precedente. adesso occorre fare risultato subito, dobbiamo mettere molte energie in campo.
Voglio preparare una base che la società sfrutterà in futuro anche grazie alle energia che stanno a Trigoria e sono tante. Ci sono tante persone valide dove posso trovare conforto anche dai vertici del personale fino agli steward. Non solo deve essere un posto di lavoro ma anche un piacere visto che facciamo un lavoro con migliaia di persone pagherebbero per fare. Anche se uno steward mi darà lo 0.2% di aiuto per quello che voglio fare allora si avrà un vantaggio. Tutto quello che faremo servirà per portare un vantaggio per la squadra. Chi non mi segue è fuori senza preclusioni. Con una programmazione di un anno potrei diluire in più tempo questa necessità. Stiamo lavorando bene in questi giorni e parecchio, voglio che ci sia un vento diverso verso la squadra. Voglio entusiasmo, che siano abbassati i toni. A volte è mancato tutto il lavoro che faremo sarà rivolto in questa direzione.
Non abbiamo bisogno di particolari aiuti, io so quello che devo fare. Mi possono aiutare i collaboratori che ho scelto. Abbiamo fatto una riunione e come uditore c’era il direttore Baldini, che ci ha scelto. Sono stato contento che lui assistesse. In quel tempo ho cercato di far capire la mia filosofia, l’obiettivo quale è e come raggiungerlo, senza e se e senza, il tempo infatti è tiranno”.
SUL COLLOQUIO CON LA SOCIETA’
“Non credo di aver detto nulla di particolare ma solo quello che penso, quello che voglio fare e quello che farò. Non posso controllare il risultato ma è quello che mi interessa maggiormente. Poi il risultato è figlio di alcune situazioni, fortunate o meno. Non voglio parlare di fortuna, spero di non essere sfortunato se avremo quello che vogliamo fare allora andremo bene, ottenendo anche i risultati. So benissimo come funziona qua perchè ci sono da 8 anni e sono stanco della solita frase “Tanto a Trigoria è così”. No, non deve essere così, devo sapere cosa sia questa situazione e come risolverla. ma voglio risolverla non c’è dubbio. Abbiamo 15 partite, speriamo 17, con i tempi ristretti. Ho chiesto a tutti i miei collaboratori come dilatare questo tempo. Se reisco a farlo capire a chi sta fuori di Trigoria, voglio far capire loro che lavoriamo seriamente dalla mattina alla sera. Se noi riusciamo a far capire alla città che lavoriamo seriamente allora siamo a dama. Tifosi come quelli della Roma non ce l’ha nessuno, l’ho capito nel tempo. Se dimostriamo che l’impegno sarà massimo ci sosterranno sempre. I giocatori in campo dovranno onorare quella maglia che a me fa venire i brividi, ma i giocatori questo lo devono sentire”.
SUI TIFOSI
“Il pubblico deve fare quello che ha sempre fatto forsemettendo da parte qualcosina giustamente criticabile. Trigoria ha la possibilità di far capire cosa abbia dentro ma lo possiamo mostrare solo durante la gara. Se in partita non riusciremo a dare quello che vogliono dovremo accettarlo, I tifosi ci aiuteranno e ci penalizzeranno eventualmente. Ma lo faranno solo se noi non metteremo in gara tutte le energie necessarie”.
SU ROMA-ARSENAL QUANDO I TIFOSI TRIBUTARONO LA SQUADRA NONOSTANTE L’ELIMINAZIONE
“Ho goduto di queste situazioni negli anni, sono romanista come molti degli amici malati romanisti che ho. Non come loro ma ora sono ancora più coinvolto. Di questo abbiamo bisogno”.
SUI CALCIATORI
“Con loro avrò amicizia, rispetto. Sono sentimenti importantissimi alla base della mia vita. Sentimenti che si danno forza alla grande. Sono rispettoso al 110%, se sono amico lo sono al 110%. Ma allora sono esigente al 200%, sia con i miei figli che con i miei collaboratori. Ci sono Francesco, Nicolas, Taddei, Perrotta, siamo assieme da tanti anni. Con loro c’è più confidenza ma se ho conquistato il loro rispetto e la loro amicizia significa che entrambi abbiamo dei valori e loro lo sanno.
Non voglio imporre e per questo farò dei colloqui individuali e voglio far capire quale sarà la mia filosofia. Quando loro sapranno cosa voglio me lo devono dire subito o non possono dire più nulla. Decido solo io e andrò per la mia stradra.m A Totti ho detto che lui è come il Colosseo, non va raso al suolo per farci un supermercato. Avrà un’importanza incredibile ma avrò bisogno che lui sia il Colosseo. Sarà il primo che mi darà una mano, così come Taddei e tutti gli altri. Imporrò poche regole, ma ferree e loro mi aiuteranno. Devo trovare i mezzi per farle rispettare da loro perché io non voglio controllare nessuno. Ci saranno degli esclusi , sarà il momento più difficile per me. Escludere qualcuno dagli undici titolarisarà un piacere vedere che anche loro faranno il tifo per i propri compagni. Sarà un piacere vedere gli esclusi mettere energia per chi giocherà in quel momento.
Dobbiamo collaborare, ricercare il successo con entusiasmo, stare uniti e riscoprire il dolore della sconfitta visto che dovranno proiettarsi verso la domenica successiva mossi dal dolore per migliorare. Il pubblico ci darà sostegno, ne sono convinto”.
SUL SUO RUOLO PRECEDENTE
“Mi ci sono ritrovato. La decisione avvenne quando il mio amico Spalletti stava in C con me. Con Luciano non era facile, anche perchè è grosso fisicamente (sorride, ndr). Lui fece meglio ed abbiamo approfondito la stima che già c’era. Ho deciso di non continuare per la mia strada ma ero convinto della mia scelta. Tra noi c’è chi non è alla luce della ribalta, lavora di più di tutti, guadagna meno e nel silenzio e con un costrutto esagerato. E’ importante dare il massimo. Se io ho deciso di fare il secondo a Spalletti, allora farò il massimo per lui. Il secondo allenatore deve essere defilato e dare collaborazione, portarlo alla ribalta. Darò importanza a chi mi sta vicino, ascoltandoli, pur prendendo io le decisioni. Beccaccioli lavorerà vicino a me, conosce già l’ambiente. E’ sveglio, discreto, attento e in gamba che sarà una mia appendice cerebrale poichè mi ritengo mediocre nell’organizzazione.
Ogni collaboratori ha delle peculiarità nelle quali eccelle. e loro mi daranno importanti risorse. Mussi nessuno me lo ha imposto, l’ho allenato a Udine e mi stava sulle scatole. Non mi piaceva come personaggio. Ma l’ho preso perchè è bravissimo a fare quello che io voglio: è una persona discreta, che c’è senza farsi vedere. Loro ci possono dare delle energie ed avrà responsabilità, lo metterò in vetrina come farò con tutti gli altri assistenti. Chinnici ha le doti per fare il proprio lavoro, è amato dai calciatori e molto stimato: non ha la frusta, gode di un ottimo rispetto. E’ bravo e sa quello che fa. Mi darà il massimo essendo in sintonia al 100% con me. Il reparto medico è gestito in maniera responsabile: vorrò sapere tutto e in anticipo, non ho la presunzione di farlo più di loro.
Darò un giorno di riposo ai calciatori. Questa settimana a causa delle Nazionali ci alleneremo solo il pomeriggio. Non farò doppie sedute e ci sarà un allenamento alle 11 di mattina. Sono contento che i miei calciatori abbiano del tempo libero avendo una famiglia. Non voglio privargli la famiglia poichè so quanto manca a me la mia”.
Photo Credits | Getty Images