Il Dg della Roma Franco Baldini in occasione dell’incontro “Passione contro business: il calcio del terzo millennio“, presso il Palazzo dei Congressi a Roma, ha parlato di Franco Sensi e dell’attuale presidente James Pallotta:
FRANCO SENSI
E’ stato quasi costretto a prendere la Roma, tant’è che la prese a metà con Mezzaroma. Piano piano se ne innamora fino quasi a dedicarle ogni energia, la passione per il calcio è un qualcosa di molto contagioso, un mese prima non sai cos’è il calcio e un mese dopo sai tutto, il segreto è questo. Il calcio è un esperanto, se vai in molti posti nel mondo e parli di calcio, chiunque può iniziare una conversazione con te. Questo è il segreto della passione, poi è chiaro che ci sono eccessi e c’è il modo di ricondurla in termini accettabili e di considerare equamente le due parti di spettacolo e sport. Franco Sensi era stato talmente tanto coinvolto dall’amore popolare e aveva capito che avrebbe quasi guadagnato l’immortalità se fosse arrivato a vincere lo Scudetto. Quindi si è speso per poter arrivare a questo, non ho visto una persona più felice di Sensi il giorno dello Scudetto. E’ stata una cosa fantastica, poi anche io ho fatto il mio percorso evolutivo, ora sono quello che sono diventato, non quello che ero. Non avevo la dimensione di tutto, sono diventato dirigente con lui, quasi per default. E’ stata un’esperienza fondamentale che però non era quella che mi avrebbe portato a diventare un altro. Mi ricordo i primi anni che continuavano a chiamarmi dottore, io non sono dottore. Non rispondevo a chi mi chiamava dottore perché non sono un dottore. Alla tenera età di 46 anni mi sono laureato perché ero inadeguato. Ero un calciatore modesto, formato nella strada, non nei luoghi dove ora c’è bisogno di formarsi.
SU PALLOTTA
Quando ho incontrato Pallotta gli ho chiesto perché volesse prendere la Roma, mi ha parlato delle sue origini italiane e del fatto di voler fare qualcosa per essere ricordato. Gli ho detto che ci sarebbero dovuti essere investimenti, lui ha detto che i soldi li fa con i fondi di investimento. E’ stata una risposta rassicurante, non è un tipo da mordi e fuggi. Resta la passione, è chiaro che per quello che è diventato il calcio e lo sport in generale bisogna trovare un equilibrio. Ognuno di noi deve fare la propria parte.
ALLEANZA ROMA-JUVE?
Improprio parlarne. Potrebbe essere tra Roma e Juve come tra Roma e Chievo se l’indirizzo sarà lo stesso. Copiare, se una cosa funziona, non è un delitto. Potremo saldarci con tutte quelle società che hanno intenzione di cambiare questo tipo di sensazione. La Lega non appartiene a me, io devo appartenere alla Lega. Ci dev’essere un management che deve decidere e squadre che si devono adeguare, non il contrario.
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