Sicurezza: mafia e razzismo, Facebook nel mirino

Senato ha approvato, nell’ambito del disegno di legge sulla sicurezza, un emendamento del presidente dei senatori dell’Udc, Giampiero D’Alia, che prevede la repressione dei casi di apologia e incitamento via internet di associazioni mafiose, criminose, eversive, terroristiche, oltre che di violenza sessuale, discriminazione, odio etnico, nazionale,razziale e religioso. Lo ha reso noto lo stesso D’Alia. «In caso di accertata apologia o incitamento, il ministro dell’Interno – si legge nel testo – dispone con proprio decreto l’interruzione dell’attività indicata, ordinando ai fornitori di servizi di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine, applicando sanzioni pecuniarie per gli inadempienti». «In questo modo – commenta D’Alia – diamo concretezza alle nostre iniziative per ripulire la rete, e in particolare il social network ‘Facebook’, dagli emuli di Riina, Provenzano, delle Br, degli stupratori di Guidonia e di tutti gli altri cattivi esempi cui finora si è dato irresponsabilmente spazio». «Proliferano i gruppi razzisti e violenti su Facebook. Ho presentato, insieme alla collega Barbara Saltamartini del Pdl un’interrogazione al Ministro Maroni affinchè intervenga con urgenza», lo rende noto Marianna Madia del Pd. «Dopo quelli inneggianti alla mafia e agli stupri di gruppo, aumentano i sostenitori organizzati del razzismo e della xenofobia – aggiunge -. Alcuni hanno come pretesto gravi e recenti fatti di cronaca, come quelli di Guidonia e Nettuno. Su quest’ultimo episodio il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini ha parlato di ‘violenza razzista e teppismo criminalè, esprimendo preoccupazione perchè tra i giovani vi è un ‘senso di disprezzo per la vita umana e della dignità delle persone più debolì. Eppure su Facebook continuano a crescere gruppi che lanciano invettive e incitano a compiere atti violenti contro gli stranieri, spesso corredati da simboli nazi-fascisti». «Occorre valutare – conclude Madia – se vi è una violazione della legge Mancino. Chiediamo, inoltre, che il Governo si attivi con la società proprietaria di Facebook per una maggiore vigilanza e attività di prevenzione. Facebook è uno strumento troppo ampio, popolare ed esposto per permettere che vi siano contenuti così incivili e vergognosi».

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