Quando ieri al Mugello Felipe Massa e Kimi Raikkonen l’hanno denudata del telo rosso, a più di qualcuno davanti al pc è venuta in mente la Venere di Botticelli che nasce dalle acque di Zante. Perché la Ferrari presentata al mondo in una cerimonia internautica sul web e chiamata ad affrontare la stagione di F1 targata 2009 è rinata. Letteralmente. Nell’anno zero della Formula 1, quello in cui il circus si trova ad affrontare le sfide imposte dalla crisi economica planetaria, il passato è solo un ricordo. La nuova monoposto, come ha spiegato il direttore tecnico di Maranello, Aldo Costa, «è venuta fuori da un foglio bianco». Inedita l’aerodinamica (gli specchietti sono diventati deviatori di flusso, per fare un esempio), modificate le sospensioni, ridisegnata la trasmissione, ripensato il propulsore in seguito all’introduzione del Kers. Tutto in osservanza al regolamento imposto dalla Fia, desiderosa di abbassare i costi, migliorare lo spettacolo e favorire i sorpassi. In una F1 chiamata anch’essa a rinascere da un passato insostenibile sotto il profilo economico.
Anche il nome si stacca dalla recente tradizione. Ieri al Mugello (nella prima presentazione senza il presidente Montezemolo, trattenuto a Roma da impegni) ci si attendeva una F2009, ma sotto il velo c’era la F60, come i 60 anni del Cavallino nel Mondiale. Alla vigilia di una stagione diversa dalle altre, in cui il futuro è un’incognita più che nel passato, tanti problemi da risolvere in fretta e un solo obiettivo: l’affidabilità. «La durata del motore e le altre novità renderanno il campionato difficile per tutti – ha spiegato Stefano Domenicali, direttore della Gestione Sportiva – è stato anche limitato il numero di test, per cui c’è la necessità di irrobustirsi con le prove al banco. E non ci saranno più test dopo il GP di Australia (il 29 marzo, prima gara del Mondiale, ndr)». Il tutto con l’incognita Kers, il sistema di recupero dell’energia cinetica. La Ferrari sembra ancora indecisa se utilizzarlo già a Melbourne, quando avrà inizio la sfida alla McLaren. «Sappiamo cosa vuol dire – chiosa Domenicali – la Ferrari è condannata a dover essere protagonista. Negli ultimi anni abbiamo conquistato 8 titoli su 10, la vittoria è qualcosa che sentiamo dentro».