Molti uomini di calcio, decisamente mal informati e non in malafede, stanno rilasciando dichiarazioni di sostegno a Luis Enrique, anche allenatori di Serie B, stranieri, chiedendo alla Roma di confermare l’allenatore asturiano anche la prossima stagione, dicendo “la Roma non dovrebbe mandare via l’ex Barça“. Su questo la società non ha alcunissimo dubbio: fosse per la società, Lucho sarebbe confermatissimo. I dubbi di Lucho sono legati ad i problemi che gli hanno causato alcuni giornalisti, alcuni opinion-maker (a Roma è pieno…), che gli hanno fatto la guerra dal primo giorno semplicemente perchè avrebbero preferito loro amici sulla panchina della Roma (e mi prendo la responsabilità di quello che dico). I giocatori adorano Luis Enrique, e questo può confermarlo qualsiasi persona vicina agli ambienti di Trigoria, i dirigenti idem: a lui dispiacerebbe lasciare l’opera incompiuta, perchè ci perderebbe per primo la faccia, ma la sua famiglia, a quanto pare, soffre e non poco quest’astio nei suoi confronti. Il tecnico asturiano è rimasto piuttosto sbalordito dalle numerose offese personali ricevute, non tanto dalle opinioni dei grandi “allenatori da radio”. E’ stato messo in discussione per motivi extracalcistici e questo non permette assolutamente di svolgere bene il proprio lavoro.
I colleghi di Luis Enrique sono “pazzi” di lui; e non perchè, come stupidamente dice qualcuno, regala punti: nei primi mesi del 2012 si è tenuto un corso d’aggiornamento per gli allenatori a Coverciano; ebbene, il signor Luis Enrique, etichettato spesso come “cretino, ignorante, ottuso, tonto, fesso” e quant’altro, ha parlato più di chiunque altro, per oltre un’ora e mezzo, strappando addirittura degli applausi ai propri colleghi, letteralmente stregati dai metodi e dalle parole del tecnico spagnolo.
Se Luis Enrique dovesse decidere di lasciare la Roma, non avrebbe certamente problemi a trovare all’estero, quel che è certo è che un suo addio rappresenterebbe una sconfitta clamorosa per Roma calcistica, al contempo una storica vittoria per il giornalismo romano. Alcuni “giornalisti” hanno praticamente distrutto l’immagine dello spagnolo. Inutile negare: la penna fa più male di qualsiasi altra cosa, una penna è più pericolosa di una pistola, perchè meno diretta e più subdola. Ci sono alcuni speaker radiofonici che hanno il controllo totale di una parte dei tifosi e questo è innegabile. Stupido chi lo nega. Basta che alcuni speaker dicano con insistenza determinate cose, per renderle “vere” agli occhi di molti.
Guarda caso alcune radio ora appoggiano quest’allenatore o quell’altro, addirittura dichiarandolo. Provate a sentire alcune tramissioni radiofoniche: con un’ottima retorica porteranno qualsiasi tipo di discorso a favore di un tecnico ed a sfavore di un altro.
Per molti Villas Boas è già un allenatore scarso e ridicolo: ha meno di 36 anni ed ha già vinto trofei nazionali ed europei. Nemmeno è arrivato.
Ora Montella sembra il più grande tecnico della storia (forse un giorno lo sarà, ma la verità è che ora è “semplicemente” un buon tecnico di Serie A), mentre Luis Enrique sembra il peggiore.
La malafede di alcuni giornalisti, poi, è imbarazzante: inventano notizie e bilanci, inventano storie ed aneddoti nascondendosi dietro al solito “ehhhh, sono cose che nessuno ti dirà mai, ma è così, fidati”.
Luis Enrique o no (ovviamente spero ancora che possa rimanere), spero che la Roma l’anno prossimi DIVENTI una grande squadra, almeno tante persone cominceranno a capire cosa vuol dire. Per la cronaca: la Roma non è MAI stata una grande squadra. Mai. Una squadra che si prende un anno di ferie dopo un “quasi” scudetto, non è una grande squadra.
Gli scudetti “morali” non sono riconosciuti e la romanità non è un trofeo.
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