Ecco la conferenza stampa integrale di Luis Enrique:
In queste ultime 2 partite la Roma cerca l’Europa, qualificarsi farebbe modificare la sua decisione di rimanere qui?
“Cerchiamo di ottenere la qualificazione da tanto tempo ma non sarà facile perché ogni volta che abbiamo avuto l’opportunità di avvicinarci non ci siamo riusciti”.
Lei lascia il suo progetto incompiuto se va via?
“Voglio parlare solo del Catania”.
Tu hai detto che nel calcio italiano c’è spazio per il tuo calcio. Dopo quello che è successo a Genoa e a Firenze, tu pensi che ci sia spazio umanamente per te? Per i tuoi valori?
“Calcisticamente sono convinto di si. Vedo due squadre che giocano benissimo a pallone (Juve e Milan, ndr) e fanno bellissimo gioco. Umanamente non vedo differenze. L’episodio di Rossi è brutto da vedere, ma non penso che si debba giudicare. Che la maggioranza stia con Delio Rossi è un po’ strano. La prima cosa che mi hanno detto quando sono arrivato ‘falli correre e fuori le palle!‘. Chi sa come stanno fisicamente? Se arrivi a farlo con Curci non succede nulla. Se lo faccio con Totti e De Rossi succede un macello. La forza di questa squadra è il tifo passionale. Sono un combustibile instancabile, sono fedeli al massimo e hanno sostenuto la squadra anche quando non lo meritava. A volte esagerano…però ammetto che sono incredibili”.
Domani c’è il Catania di Montella che è un idolo tra i tifosi. Come ha vissuto il confronto con lui che è stato fatto tante volte durante la stagione?
“E’ anche il mio idolo…l’ho visto quando ha fatto 4 gol in derby. Era un giocatore bravissimo e ora è un allenatore bravissimo. E’ giovane e gli auguro un bellissimo futuro”.
Come si aspettava la sua prima stagione italiana?
“Di più non me lo aspettavo. Ma non mi aspettavo niente. Quando sono venuto qui sono venuto a occhi chiusi. Ho conosciuto Baldini e la società, ho visto che sono persone molto serie, sono venuto senza nessun obiettivo in particolare. So che il progetto proponeva un gioco offensivo. Non me lo immaginavo più difficile di come è andata”.
L’eventuale qualificazione in Europa League peserà sul suo bilancio?
“Si, sarà importante. Certo che mancano due partite e non è ancora finita”.
Secondo lei è più importante qualificarsi in Europa League o seguire il suo programma?
“Entrambe. Ma una squadra si giudica per i risultati. Penso che giocare come giocavamo dall’inizio, per arrivare al risultato, è la cosa più importante”
Il tema dominante in queste ore non è il Catania o la possibilità di qualificazione in Europa League ma il suo futuro. Lei è stato molto chiaro, o comunque parzialmente chiaro la scorsa volta. Sarà determinante, per decidere il suo futuro a Roma o meno, l’incontro a fine stagione con la società oppure questo incontro è superficiale e inutile?
“No, no. Non è superficiale per niente! Sarà importante!”.
Sarà fondamentale?
“Fondamentale lo hai detto tu, io dico che è importante”.
Quindi può decidere se restare a Roma o meno sulla base di questo incontro?
“Sulla base di che cosa fa la squadra e sulla base di cosa sento”.
Questi giorni Sabatini ha detto delle cose importanti. E’ vero che potrebbe rappresentare un problema per la squadra la sua permanenza?
(Prende la parola Elena Turra): “Sabatini ha espresso un suo pensiero”.
Luis Enrique: ”Se Walter dice così è il suo pensiero. E’ fondamentale avere un buon rapporto con i tifosi. Tutti devono essere uniti”.
Le sue parole ha fatto scattare alcune voci su alcuni suoi sostituti. Le indiscrezioni su Villas Boas le hanno dato fastidio?
“No, anzi penso il contratio: sono tutti grandi allenatori. Nessun fastidio. Il loro l’allenatore è Luis Enrique e devono fare il meglio fino alla fine. E dopo si vedrà…gli allenatori passano”.
Prima ha parlato di un accordo con i calciatori. Non pensa di aver fatto delle scelte a discapito del risultato?
“Ho messo sopra tutto la voglia di formare una squadra. Poi ho pensato ai risultati. Ho messo gli interessi della squadra prima dei miei. Questo penso che sia il cammino più giusto. Fare una squadra significa che tutti devono avere delle responsabilità. Nessuno va messo davanti alla squadra. Nessuno, neanche Messi. E’ la squadra che ti fa vincere, non il singolo. E’ il mio pensiero”.
Se questo percorso di formazione è riuscito perché vuole andare via?
“Ancora non lo so. Non dico che sia un percorso facile…”
Domani si gioca l’ultima partita in casa. Che cosa si aspetta?
“Mi aspetto come al solito un comportamento perfetto del tifo che ci è stato sempre vicino. In casa penso che abbiamo avuto un inizio complicato ma siamo migliorati. Non credo che abbiamo fatto male. Mi aspetto l’appoggio del tifo perché c’è ancora un’ occasione. Domani sarà incredibile vedere Giorgio Rossi che farà la sua ultima partita con la Roma, sarà una bella giornata”.
La squadra è stata messa da parte nel giudizio?
“Io ho un pensiero: a me piace proteggere sempre la squadra. Io ho cercato di dare personalità alla squadra. Io sarò sempre vicino alla squadra se vedrò che mi seguono. Ci sono tante partite in cui potevano fare di più. Ho visto due squadre: una che giocava benissimo e una che non faceva quello che gli dicevo, ma non perché non volesse ma perché il calcio è un sport incredibile”.
Mancano 180 minuti alla fine del campionato. Che campionato è questo italiano? Come lo giudica?
“Per me questo è un campionato bellissimo. A me piace un campionato così incerto. Il pareggio della Juventus non cambia il giudizio sulle nostre sconfitte. La classifica per la Champions e l’Europa League è una lotta incredibile e mi piace tantissimo”.
Domani potrebbe essere l’ultima panchina all’Olimpico. Lei si attende un verdetto della Curva?
“E’ difficile valutare questo…quello che mi interessa è vedere il tifo. Una delle vittorie più belle è stata quelle contro l’Udinese dove la squadra era in difficoltà e il tifo ci ha aiutato. E quando arriva la vittorie è bellissimo. E quando facciamo il nostro lavoro e ci riusciamo è bellissimo. Quando non ci riusciamo è normale che la gente sia arrabbiata…lo sarei anche io”.
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