TORINO, 3 GENNAIO – L’Inter è la più forte, è giusto riconoscerlo. Ma la Juve è una grande squadra, capace di stare dietro ai nerazzurri anche dopo tre mesi di emergenza totale e, quindi, anche di insidiare il primato degli uomini di Mourinho. Tantopiù che non sempre vince la più forte, come la storia del Brasile insegna. È il pensiero di Gigi Buffon, che inaugura il 2009 fissando i contorni di una missione tecnica ben precisa. Entra anche nei dettagli programmatici, il campione del mondo: «Fino al ritorno della Champions League, pensiamo a non perdere altro terreno dall’Inter per essere a posto con la nostra coscienza e non regalarle altri vantaggi. Poi, vedremo di giocarci le nostre carte. Uno scherzetto possiamo farglielo, ma è lei che deve calare. Nonostante la serie fantastica di questi tre mesi, infatti, noi siamo ancora lontani in classifica. La Juve è più squadra dell’Inter, lo abbiamo dimostrato proprio nei mesi di emergenza. Ma loro hanno rosa e completezza superiori alle nostre. Forse noi siamo più adatti alla Champions, perchè possiamo battere chiunque in due partite, come abbiamo dimostrato anche con il Real. Sono stato il primo a dirlo, in estate e qualcuno rideva. Sì, possiamo vincere anche la Coppa, mentre in campionato è più difficile, perchè se non si ferma l’Inter è dura. È normale però che tutti cerchino la vittoria più prestigiosa, in questo caso la Champions, soprattutto se è quella che manca, a me e ai tifosi della Juventus». Oggi, che cosa manca alla Juventus per essere considerata alla pari dei nerazzurri? «Semplicemente la vittoria. Proprio come accadeva all’Inter negli anni scorsi. Poi è riuscita a ottenerla praticamente con gli stessi giocatori dell’anno precedente. E le faccio i complimenti, perchè è vero che il cambio di allenatore ha dato nuovi stimoli a chi aveva la pancia piena, ma lo è altrettanto che è sempre difficile ripetersi». Insomma, niente Messi o altre stelle da sogno, nella valigia dei sogni di Buffon, che descrive così l’organico della Juventus: «I miei compagni sono stati bravissimi in un momento molto delicato, in cui il futuro non sembrava così roseo. Mi hanno sorpreso, perchè per molti era la prima volta. Adesso, con tutti a disposizione, si potrà fare ancora meglio, perchè non ci manca nulla. Quando ti rendi conto che nessuno è insostituibile, significa che sei forte. Prendete Manninger: aveva una eredità pesante, ma è stato bravissimo, sbagliando molto poco, come deve fare il portiere di una grande squadra». E il Buffon superman, che futuro si aspetta? «Giocherò fino a quando mi renderò conto di essere Buffon. Non vedo, per ora, in giro tanta gente in grado di prendere il mio posto. Ci sono alcuni giovani promettenti come Curci, Amelia, Marchetti, Fiorillo, ai quali dico: non cercate di essere Buffon, ma siate voi stessi. Mi rendo conto – e lo dico senza falsa modestia – di essere una eccezione. Però il bello del calcio è anche questo: senza Buffon la Juve ha vinto lo stesso e su campi come quello del Real. Ogni tanto leggo sui giornali di offerte mirabolanti per me: mi gratificano molto, ma non penso più all’Inghilterra. come avevo fatto qualche anno addietro». Programmi immediati: un tempo nell’amichevole di Messina all’Epifania, la Coppa Italia con il Catania il 14 e forse – ma non è ancora certo – il rientro in campionato l’11 contro il Siena. Ma il pensiero va già al Chelsea: «È un avversario prestigioso, anche se ha qualche problema in più rispetto al passato. Ma l’aria di Champions li cancella sempre».