PARIGI, 31 DIC – L’Unione Europea chiede un «cessate il fuoco immediato e permanente» a Gaza per consentire l’accesso umanitario alle popolazioni civili e per vigilare sulla tregua si dichiara pronta ad inviare una propria missione di osservatori. La posizione della Ue è stata messa a punto dai ministri degli esteri dei 27 convocati ieri sera in una riunione di emergenza a Parigi, per cercare una via d’uscita alla crisi scoppiata tra Israele e i palestinesi integralisti di Hamas, che ha già provocato centinaia di vittime e fatto riprecipitare nel terrore un territorio martoriato dalle violenze. «Auspichiamo un cessate il fuoco che sia permanente, che sia rispettato, con un accesso umanitario ben sicuro perchè le vittime sono numerose e bisogna assicurarsi degli aiuti, e quindi anche un ritorno al processo di pace», ha detto il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner, parlando alla rete televisiva TF1 in una pausa dei lavori della riunione tenuta nelle ultime ore della presidenza francese di turno della Ue, che da domani passerà nelle mani della Repubblica ceca. Kouchner – che due giorni fa si era fatto portavoce della richiesta ad Israele di una tregua umanitaria di 48 ore – ha precisato che la Ue è unita nel chiedere un cessate il fuoco immediato e permanente. E sulla stessa posizione si sono pronunciati anche i rappresentanti del Quartetto per il Medio Oriente (Usa, Russia, Ue ed Onu), che hanno chiesto «a tutte le parti di rispondere ai bisogni umanitari ed economici a Gaza e di prendere le misure necessarie per assicurarsi il continuo rifornimento di aiuti umanitari». Nella dichiarazione conclusiva, i ministri degli esteri della Ue hanno lanciato un appello per «un cessate il fuoco immediato e permanente», hanno chiesto un’azione umanitaria «immediata» e hanno insistito per la ripresa dei negoziati di pace. I ministri hanno concordato inoltre di inviare «al più presto» nella regione una delegazione della Ue a livello ministeriale e si sono dichiarati disponibili ad estendere la presenza di osservatori europei nei territori. Il sottosegretario degli esteri Vincenzo Scotti, che ha rappresentato l’Italia a Parigi, ha rilevato che la posizione su cui i 27 hanno trovato l’accordo ricalca quella illustrata dal ministro Franco Frattini ieri in udienza al Senato. L’Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza della Ue Javier Solana è stato incaricato di definire una proposta più precisa sull’invio di una missione di osservatori della Difesa Ue. «L’apertura dei valichi dovrà avvenire con la cooperazione dell’Unione europea», ha detto Solana. «Noi abbiamo già dispiegato delle persone nella striscia sud e queste persone sono pronte a ritornarci». La missione europea dovrebbe comunque rientrare nell’ambito di una forza internazionale ed agire su mandato Onu. Anche grazie al dinamismo francese, che non si fermerà con la chiusura del semestre di presidenza europea (il presidente francese Nicolas Sarkozy riceverà domani, primo gennaio, a Parigi il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni e il 5 gennaio, secondo fonti governative a Gerusalemme, è atteso in Israele), l’Unione europea cerca di giocare un ruolo di primo piano in uno scacchiere sul quale ha sempre avuto poca voce in capitolo. L’iniziativa europea sta già facendo qualche breccia: il ministro della difesa israeliano Ehud Barak ha detto ieri sera di essere «favorevole» a una proposta di tregua di 48 ore nella Striscia di Gaza.