ROMA «Non c’è democrazia senza privacy». Silvio Berlusconi torna sul tema delle intercettazioni al primo posto dell’agenda del governo. «Se escono certe mie telefonate – dice il premier – espatrio». Sul presidenzialismo chiarisce che «non è all’ordine del giorno» ma se sarà costretto avverte: «Cambierò la Costituzione anche da solo». Per Aldo Corasaniti, presidente emerito della Consulta, non bisogna sottovalutare il dato oggettivo della invasività delle intercettazioni nella vita di moltissimi cittadini nemmeno indagati: «Si capisce chiaramente che sono in contrasto con il diritto alla privacy, per questo dovrebbero essere circondate da particolari cautele».