Palermo, 27 dic.- (Adnkronos) – È di 1.608 persone arrestate per reati vari e di altre 7.106 denunciate in stato di libertà, 7 latitanti finiti in carcere il bilancio di fine anno del Comando provinciale dei Carabinieri di Palermo tracciato dal Comandante provinciale dell’Arma, colonnello Teo Luzi. Sono stati sequestrati anche beni a boss mafiosi per oltre 280 milioni di euro. E ancora, sequestrati 55 chili di sostanze stupefacenti, 15.330 piante di canapa indiana; 24 le sorveglianze speciali con obbligo di soggiorno; elevate 12.450 contravvenzioni per un importo di 700.000 euro. Particolarmente importante l’operazione ‘Persoè che ha portato in carcere oltre novanta persone, tra boss e gregari di Cosa nostra. I Carabinieri sono riusciti a smantellare un’organizzazione che stava ricostitudendo la nuova Cupola mafiosa. «In materia di contrasto alla mafia – ha detto Luzi – l’operazione Perseo – è stata di rilevanza strategica, avendo colpito nel cuore Cosa Nostra palermitana, interrompendo un pericoloso processo di riorganizzazione e assicurando alla giustizia boss mafiosi a capo dei vari mandamenti. L’operazione dimostra come negli ultimi anni le Forze di Polizia, in un’alternanza di risultati operativi di assoluto rilievo, facciano sistema con la magistratura alfine di assicurare i migliori livelli di sicurezza. Non bisogna lasciarsi andare a facili trionfalismi ma occorre guardare avanti con concretezza». «Tre – ha aggiunto ancora Luzi – sono le linee strategiche per il 2009: combattere il racket delle estorsioni, catturare latitanti e sequestrare patrimoni mafiosi. Le estorsioni sono una vera e propria piaga ai danni dell’imprenditoria palermitana. Oggigiorno vi sono tutte le condizioni affinchè gli imprenditori si ribellino al pizzo. L’Arma dei Carabinieri, in un rapporto dialogico con le associazioni di categoria, farà la sua parte. La cattura dei latitantiè una priorità operativa perchè occorre interdire l’azione di mafiosi che con la latitanza acquistano, giorno dopo giorno, prestigio criminale. Infatti nell’ambito di Cosa Nostra il latitante diviene nel tempo figura emblematica perchè acquisisce prestigio nel sottrarsi alla detenzione, divenendo così elemento di aggregazione criminale. Arrestare i latitanti significa indebolire l’organizzazione mafiosa. Infine i sequestri e la confisca di patrimoni sono necessari per assicurare la libera concorrenza, la trasparenza dei mercati e indebolire ‘Cosa Nostrà». Oltre all’operazione ‘Perseò, i Carabinieri di Palermo hanno conseguito numerosi successi durante il 2008. A partire dall’operazione ‘Fortezza Ì e ‘Fortezza IÌ, che ha portato in carcere complessivamente 27 persone dedite alla compravendita di droga. E ancora, l’operazione ‘Michelangelò del Nucleo investigativo del Reaprto operativo di Palermo, che ha portato all’emissione di 12 ordinanze di custodia cautalare a carico di altrettante persone, tra vertici e affiliati del mandamento mafios palermitano della ‘Nocè. Tra i latitanti arrestati dai Carabinieri spiaccano i nomi di Enrico Scalavino, detto ‘il re del pizzò, ma anche Ferdinando Gallina, uomo d’onore del clan Lo Piccolo e Francesco Parisi, appartenente alla famiglia mafiosa di Porta nuova.