Sul palco dell’Ariston vorrebbe portare star del calibro di Angelina Jolie e Roberto Benigni e «personaggi che non sono mai stati prima in tv»; ha intenzione di riaccendere la competizione con l’eliminazione diretta dei Big, promuovere i nuovi talenti usando per la prima volta Internet, coinvolgere grandi nomi italiani e stranieri per i duetti del giovedì e del venerdì e proporre canzoni per tutti i palati: è questa la ricetta di Paolo Bonolis per il Festival di Sanremo 2009, che terrà banco su Raiuno dal 17 al 21 febbraio. In una gremita sala delle bandiere in viale Mazzini, Bonolis, che torna alla guida della kermesse dopo l’edizione del 2005, dopo la quale lasciò la Rai per Mediaset, illustra il suo nuovo progetto accanto a Fabrizio Del Noce, al suo settimo Sanremo come direttore di Raiuno. In tempi di recessione, «questo non sarà un festival a caviale e champagne», dice Del Noce, «ma qualcosa più della gazzosa ci sarà». L’obiettivo minimo di ascolto, afferma, è «restare nel range degli altri festival non andati benissimo, l’obiettivo massimo è uguagliare quello del 2005», aggiunge Del Noce, per il quale Bonolis «è l’artista che ha contribuito di più al rilancio di Raiuno», dice ricordando il grande successo, inaspettato, di Affari Tuoi. Ma allora perchè ha lasciato la Rai? «Mi fu impedito di rimanervi», si limita a rispondere Bonolis. Dice di aver accettato di rifare Sanremo perchè gli è stata data la possibilità di «lavorare sul prodotto dall’inizio alla fine. A me piace farmi carico di un progetto, e Sanremo me lo permette. Non vengo qui a svernare». Racconta che gli fu proposto anche nel 2004, ma non potendo fare anche il direttore artistico, ruolo che allora fu ricoperto da Tony Renis, declinò l’invito. Ma cinque serate non sono troppe? «No, se sono diverse e intense. Sanremo è un evento, non può essere un seriale ripetitivo». Difende Pippo Baudo che «ha fatto un ottimo festival due anni fa e un buon festival l’anno scorso, che non è andato bene. Ma avendo fatto 13 festival, tanto di cappello. Non bisogna ricordare solo le cose che vanno male». Per tenere alta l’attenzione tornerà la gara tra i Big: «La gara c’è sempre stata, anche se in alcuni festival è stata sottotaciuta. È un modo sereno di presentare la canzone, e dà anche valore al brano eliminato». Bonolis punta a un festival «affascinante, divertente ed elegante». Per far questo ha voluto la stessa squadra, anche dal punto di vista autoriale, del 2005. La regia sarà affidata a Stefano Vicario, le scenografie a Gaetano Castelli, a dirigere l’orchestra ci sarà Bruno Sartori. Tra le novità, dal 12 gennaio Bonolis condurrà insieme a Luca Laurenti (che lo affiancherà anche sul palco dell’Ariston), un programma su Radiodue dedicato al festival. Non mancheranno alcune presenze femminili, ma ogni sera sarà diversa. La gara coinvolgerà 3 categorie: 15 Big («vorrei avere gli Afterhours», dice), protagonisti dei duetti con artisti italiani e stranieri nella serata di venerdì; 8 Proposte, i cui brani saranno anticipati per la prima volta in radio una settimana prima del Festival e che il giovedì duetteranno con artisti italiani e stranieri; e i Giovani: la selezione avverrà online su 100 candidati, chi vince andrà all’Ariston. Sulla lunghezza delle cinque serate, Bonolis si augura di «iniziare prima» e di «essere rapido. Non voglio mettere troppa roba, ma il necessario per godere della musica e dell’intrattenimento». Quando ci manderai a letto? chiede una giornalista. «Se dipende da me, solo dopo aver fatto l’amore», risponde ironico.