Immobili, dietro la linea di confine che separa il nostro calcio da quello europeo. E’ questa la foto che si fa del calcio italiano: all’estero il calcio cambia, si evolve, a partire dai progetti, a dei lavori di veduta prospettica fino ad arrivare all’evoluzione del calcio come concetto, cultura e per finire anche il tipo di calcio espresso. Un campionato brutto (che è diverso da facile) come quello italiano è difficile da trovare in Europa. Le prime squadre (magari fossero solo le prime…) del nostro calcio, tranne l’ottima Juventus di Conte e la banda di Guidolin, giocano in contropiede e vengono esaltate. Ieri sera, nei programmi di approfondimento calcistico, si parlava in toni entusiastici delle partite di Lazio e Milan. Se mi parli di risultato, siamo d’accordo. Se parliamo di campo, però, queste due squadre dovrebbero essere criticate senza sosta. Mi ricordo quando la Roma di Ranieri vinceva come il Milan e la Lazio quest’anno: “Roma fortunata, Ranieri catenacciaro” oppure “Si, la Roma vince ma non gioca“. Queste ed altre cose le dicevano le stesse persone che ora elogiano Allegri e Reja per il gioco espresso. Quest’amore per l’antico è tornato dopo l’arrivo di Luis Enrique, l’eretico? Ieri i biancocelesti hanno giocato in contropiede contro il Cagliari. Hanno vinto con 3 tre tiri fatti. E’ chiaro, la ragione è di chi vince, ma il calcio si evolve. Nell’Europa calcistica se una squadra vince giocando male viene criticata (vedi Real Madrid fino all’anno scorso o il Lione anni fa). Da noi c’è una paura pazzesca di evolversi, di cambiare, ma il Ranking FIFA ci suggerirebbe il contrario. Non abbiamo tre squadre in Champions perchè gli altri Paesi ci odiano. Guardate Mihajlović: la sua Fiorentina gioca bene, propone un tipo di calcio diverso, ma i tifosi Viola vogliono che si dimetta, che venga esonerato. I giornalisti non sprecano una parola per il bel calcio, sembra quasi un difetto. Come ieri, parlando della Roma: “Sembra che abbiano fatto, che facciano, ma poi non fanno niente”, oppure “Con il bel gioco non si vince”. E allora alziamo le mani: dieci, cento, mille Reja che e Lotito, che i giovani non sanno nemmeno cosa sono o il primo che mette Scaloni per Hernanes per mantenere il vantaggio, a 30′ dalla fine. Dieci, cento, mille Galliani che ruba i giocatori alle altre squadre e punta su giocatori vecchi e alla fine della carriera, ma anche dieci, cento, mille Malesani che si arrocca nella propria area di rigore (almeno lui fa dei contropiedi organizzati…). Dieci, cento, mille Zamparini che esonerano un allenatore prima ancora che lui possa iniziare la stagione, che mette in dubbio Mangia perchè stupidamente pensa di arrivare alle vittorie attraverso un minimo di bel gioco. Dieci, cento, mille striscioni degli interisti che inneggiano ad Heysel e nessuno che ne parla.
Fabio Parisi, un agente FIFA di cui ho grande stima, un giorno disse: “Io i calciatori cerco di portarli all’estero e fa bene chi non viene, perchè all’estero i tuoi tifosi tifano per te, mentre qui in Italia tifano contro la squadra avversaria“.
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