Stekelenburg, dopo una notte in osservazione e la visita dell’amico e compagno di nazionale Sneijder, è stato dimesso nella mattinata di ieri dal Niguarda di Milano ed è partito subito alla volta di Roma dove lo aspettavano la moglie Kim e il figlio Sem.
Lo scontro con il piedone di Lucio è costato al neo portiere giallorosso due punti di sutura alla fronte e un periodo di riposo assoluto di alemeno 48 ore, prima di effettuare una visita dal neurochirurgo per capire se ci saranno o no ripercussioni più chiare.
Da quello che è emerso dai primi esami Stekelenburg ha riportato un trauna cranico diretto e un trauma cervicale indiretto. Tempi di recupero di circa 3/4 settimane, forse appena in tempo per rientrare nel derby del 16 ottobre con un cascetto protettivo alla Cech.
In effetti il calcio di Lucio non è sembrato molto diverso da quello di Hunt (il giocatore che colpi Cech) e a caldo l’agente di Stek aveva anche pensato di intraprendere un azione legale contro il giocatore
«Non pensiamo al gesto di Lucio e se il colpo è volontario o involontario. In questo momento sono importanti solo le condizioni di Maarten. Quando si riprenderà, discuteremo nel caso con la Roma di eventuali responsabilità di Lucio».
Il difensore brasiliano però cerca di discolparsi ai microfoni Mediaset:
«È avvenuto tutto in un momento. Non ho visto Stekelenburg perché stavo guardando la palla che mi passava sotto. Nello spogliatoio ho chiesto notizie al dottore della Roma e a Sneijder. Ho sentito, grazie a Dio, che non ha nulla di grave e questo mi tranquillizza. In tutta la mia carriera non ho mai voluto far male ad un collega e sono triste per quello che è successo. Purtroppo sono cose che possono capitare»