La prima assoluta di Mihajlovic da allenatore non porta al Bologna miglioramenti sensibili nel gioco, ma un pò di fortuna, un aspetto che a volte può contare più di mille tattiche. «È stato premiato il nostro coraggio, abbiamo fatto una grande partita», è il riassunto del serbo che ha saputo disegnare una squadra raccolta e aggressiva, brava a pressare e a ripartire, e forse non a caso è arrivata la prima rimonta stagionale: «Abbiamo messo il cuore dentro il campo, meritavamo il pari e forse anche qualcosa di più». Così i tifosi rossoblù hanno visto una squadra vera: «Siamo stati più concreti e giocato alla pari contro una squadra che era molto carica dopo la vittoria di mercoledì con il Chelsea». Certo, e lo sa anche Sinisa, il cammino per la salvezza è «ancora lungo», per cui «bisogna continuare a lavorare con impegno e soffrire tutti insieme, io sono fiducioso». Luoghi comuni del calcio che Mihajlovic, un pò a disagio in giacca e cravatta mentre se la prendeva contro il troppo ‘fair play’ dei suoi in campo, pare aver imparato in fretta: «Il mercato? Ci penseremo a gennaio, per ora devo imparare a conoscere questi giocatori». L’esordio in panchina? «È brutto, non ci si può sfogare», spiega Sinisa che, però, non risparmia qualche stoccata tipica del suo carattere: «Il fuorigioco di Marazzina non c’era e forse ci stava un rigore. La Roma si lamenta delle assenze? Senza polemica, ma anch’io ho quattro infortunati e a me pesano molto di più». Intanto, ha fatto felice la presidehte Menarini «che dopo Cagliari era sotto choc, mentre oggi mi ha detto che la squadra gli è piaciuta». Luciano Spalletti, dal canto suo, maledice gli episodi, come «le due sostituzioni forzate e l’autorete: ci siamo fatti gol da soli e così si va a casa con questo risultato». L’allenatore toscano salva, però, la prestazione («Da sei, abbiamo fatto quello che doveva fare») e fa i complimenti a Mihajlovic: «Il Bologna ha creato densità nell’area e per noi, senza uomini di fascia, è diventato difficile trovare soluzioni». Una Roma «troppo lenta» e che, secondo Spalletti, ha risentito della partita di champions: «So che si paga molto dal punto di vista mentale una vittoria così, ma le mie scelte sono andate in base all’entusiasmo». Archiviata Bologna e la frittata di Cicinho, tocca ora pensare al derby, da affrontare senza Pizarro squalificato e con Mexes e Doni in forte dubbio: al francese si è indurito il muscolo della gamba destra e il portiere sarà sottoposto ad una tac dopo lo scontro con Di Vaio. Insomma, «non c’è da riposarsi troppo», mette in guardia Spalletti.