La Juve è davvero tornata. La Roma è davvero andata. E per Spalletti sarà finita? La partita della verità, infatti, ha aggiunto il quarto tassello al risorgimento bianconero, mentre la squadra di Spalletti è in piena crisi di fine impero. Quattro sconfitte di fila e un ritiro senza fine, adesso aspettando la partita di Champions League contro il Chelsea. Clausura voluta dalla società e mal digerita dai giocatori. Che però non riescono proprio a dare un segnale di vita. Linea piatta. Batte forte invece il cuore della Juve. Il «vecchio» cuore della formazione di Ranieri. Dopo Nedved, protagonista a Bologna, ecco Del Piero, trascinatore nel suo Olimpico. Insomma, usato sicuro. Mentre la Roma non ha Totti al quale aggrapparsi, costretto ancora ai box da quella maledetta infiammazione al ginocchio operato. Un calvario per lui. E per i giallorossi. Sempre alla ricerca della gara della svolta. Di una vittoria che possa fermare la caduta. Niente. Eppure contro la Juve una piccola iniziale illusione c’era stata. Con un palo colpito da Panucci che aveva fatto passare un brivido sulla schiena dei tifosi di casa. Subito dopo, però, a spaventare la Roma ci ha pensato Chiellini, lasciato tutto solo in mezzo all’area intorno: colpo di testa e straordinario riflesso di Doni. Poi sulla squadra di Spalletti si è abbattuto Del Piero. Il minuto della sua gloria è stato il 38esimo: magica punizione dai 25 metri, con lo stadio in piedi ad acclamarlo. Rete numero 11 alla Roma, 246esima con la Juve. Bottino che un attimo dopo sarebbe potuto aumentare, con una girata dentro l’area passata così vicina al palo da fare urlare al gol… Urla contro Amauri invece De Rossi all’intervallo per una caduta in area del brasiliano dopo un contatto. Una rabbia, quella del centrocampista azzurro, che tutta la squadra avrebbe dovuto riportare in campo nel secondo tempo. E invece si deve essere esaurita negli spogliatoi. Perchè la Roma della ripresa nemmeno ci ha provato a rimettersi in partita, salvandosi subito su una spettacolare rovesciata proprio di Amauri e arrendendosi poi a Marchionni. Riise e Juan saltati come birilli e tocco sotto su Doni in uscita. Arrivederci Roma. E meno male che almeno il portiere giallorosso non molla, facendosi trovare ancora reattivo su un tentativo del solito Amauri, altrimenti il risultato sarebbe potuto essere più pesante. Resta comunque la sesta sconfitta in nove partite per Spalletti e i suoi giocatori, la quinta in altrettante trasferte, con una classifica che domenica sera potrebbe essere da incubo e una qualificazione agli ottavi di Champions che martedì rischia di diventare una impresa impossibile. Le parole sono finite. La contestazione invece continua. Mentre la Juve, nel giorno del 111esimo compleanno della società, si concede il giro d’onore.