Rassegna Stampa | Il Romanista | La nuova proprietà DiBenedetto avrebbe intenzione di portare in Italia il cosiddetto modello societario della benzina, delle sigarette e della soda.
Ad inaugurare questo modello furono i NY Yankees, la famosa squadra di baseball americana, che ora vale 1,6 miliardi di dollari…
Con 27 titoli in attivo è la squadra più titolata della Major League Baseball, il campionato di baseball degli Stati Uniti d’America. Squadra del secolo nel 1999 nonché del decennio per gli anni 1990-1999. È la società sportiva, secondo i dati dell’Annual Review of Global Sports Salaries, ad avere gli stipendi più alti con quasi 100 mila euro a settimana. Parliamo dei New York Yankees, una delle squadre professionistiche di baseball americana, che ha scritto pagine e pagine nella storia della MLB in campo e soprattutto fuori rivoluzionando il concetto di business sportivo.
Il modello societario dei New York Yankees, lo stesso che DiBenedetto e soci vorrebbero adottare per l’As Roma,  negli anni è stato copiato dalla maggior parte dei team sportivi e non  solo del mondo del baseball ma anche nella NBA, il campionato di basket  americano, e
nella NFL, la più grande e più popolare lega professionistica di football americano del mondo. Padre di questa grande rivoluzione fu George Steinbrenner, proprietario  dei New York Yankees dal 1973 e scomparso lo scorso luglio, all’età di  80 anni, stroncato da un infarto.
Quando nel 1973 Steinbrenner, o meglio il “Boss” come preferivano chiamarlo qui in America, comprò gli Yankees
per 10 milioni di dollari dalla CBS, uno dei più grandi network  televisivi presenti negli Stati Uniti, le condizioni della squadra non  erano delle più rosee. Oggi il franchising dei New York Yankees vale 1.6  miliardi di dollari. Una rivoluzione resa possibile da quella che oggi  viene chiamato il modello della benzina, delle sigarette e della soda.
Un modello che si basa sul presupposto che ogni azienda ha  una parte di essa, la benzina, procurarsi i clienti. Steinbrenner non  fece altro che fare del baseball la sua “benzina” per arrivare a  comprare “le sigarette e la soda”. Il primo passo fu nel ’75  con una mossa che diede il via all’era moderna della free Agency ed alla  rivoluzione degli ingaggi dei giocatori. Steinbrenner, infatti, per  migliorare il più velocemente possibile la squadra, tramite le free  Agency, riuscì ad ingaggiare il lanciatore star James Augustus “Catfish”  Hunter, dal lontano Oakland. Fatto il pieno di benzina, c’era da  concentrarsi sul resto. Nel 1997 la seconda
Yankees vide Steinbrenner firmare un contratto di sponsorizzazione con  l’Adidas di 10 anni per un valore di 95 milioni di dollari. Una cifra  mai vista nel mondo del Baseball fino a quel momento, che permise  all’azienda di abbigliamento e scarpe di pubblicizzare i proprio  prodotti in aree altamente visibili dello Yankee Stadium e legare il suo  nome a quello della squadra.
Nel 2001 poi, insieme a Goldman Sachs, Steinbrenner fondò la  YES, la Yankees Entertainment & Sports, la prima rete televisiva via  cavo proprietà di una società sportiva. Secondo i dati della rivista  Forbes, oggi la YES ha un valore di mercato di circa 3 miliardi di  dollari.
Queste le mosse fondamentali che hanno portato i Yankees, oggi, ad  essere un punto di riferimento per tante altre società sportive. Oggi  intorno al marchio dei New York Yankees girano numerose attività  collaterali. Come ad esempio la società di catering, fondata da  Steinbrenner con Jerry Jones, proprietario della squadra di footbal  americano Dallas Cowboy, che oggi gestisce l’ospitalità ed i servizi  degli stadi di entrambe le squadre.
Capitolo stadio. Nella lunga ascesa dei Yankees ha recitato un  ruolo fondamentale. Lo Yankee Stadium, la casa della mitica squadra di  baseball di New York. Il tempio del baseball la vera passione degli  americani. Costruito nel 1923 da Jacob Ruppert, proprietario degli  Yankees, quando la sua squadra si spostò da Harlem al Bronx, oggi lo  Yankee Stadium è qualcosa di più di un semplice stadio. È una  piccola città dentro la città. All’interno della struttura, infatti, si  trova trova un enorme centro commerciale di circa 90 mila metri  quadrati, fast-food, ristoranti, tra cui un Hard Rock Cafe, cinema,  negozi, musei, palestre, piscine e centri benessere. Una struttura  costata 1,5 miliardi di dollari, cifra che lo ha reso il secondo stadio  più costosa al mondo, dopo lo stadio di Wembley.
Tornando al modello della benzina, delle sigarette e della soda, ecco che si capisce meglio la strategia usata da Steinbrenner. Il baseball, in questi anni à stata solo la benzina per arrivare a comprare la soda, la sua rete via cavo che vale più degli Yankees stessi, o per comprare le sigarette, cioè i ristoranti, gli sponsor e le licenze.
 
					
