Rassegna Stampa – Il Messaggero – Un bel centravanti, per le donne un centravanti bello. Cambia davvero poco. In entrambi i casi, Marco Borriello è uno che sa fare gol. Di potenza, di fino, di destro, di sinistro, di testa a Roma mai. E’ uno che si porta appresso il pallone, lo difende non solo con il corpo (tipo Toni) ma anche con i piedi (visto che si tratta di gioco del calcio), apre gli spazi, cerca la profondità. Tigna, grinta, determinazione. Permaloso, vuole sempre giocare, si arrabbia quando parte dalla panchina, quando viene sostituito, ci rimane male quando Prandelli non lo chiama. Presuntuoso, si dice. Il difetto e pregio dei big. Ci mancherebbe che non lo fosse. Più uno è bravo, più deve esserlo, si dice sempre così.
Un attaccante completo, s’è detto. A Roma forse ha trovato la squadra che lo valorizza davvero, così almeno ha dichiarato nel post gara con il Bayern; la Roma forse in lui ha trovato il centravanti vero. Borriello, tanto per intenderci, è una punta alla Batistuta, l’uomo di scudettiana memoria. Borriello fin ora ha segnato in sedici presenze, nove reti, sei in campionato e tre in Champions League. Otto su nove all’Olimpico (compreso il derby), otto su otto sotto la curva Sud. Bene. Curiosità che vuol dire poco, ha un valore morale, di passione. Fa piacere a quei tifosi che, tessera o non tessera, stanno in curva e si sentono il cuore dello stadio, della Roma. Quella zona dell’Olimpico dove sono nate le leggende del tifo, i cori più belli, quelli che sono rimasti immortali, quelli che hanno reso immortali i calciatori che, come Borriello, hanno vestito quella maglia, hanno giocato nel suo ruolo, hanno fatto saltare dalla seggiolina, tante e tante volte i tifosi: vedi, Pruzzo, vedi Voeller, vedi Totti stesso.
«Non ho mai visto un pubblico così, al Milan non torno, Roma è la scelta giusta»
ripete Borriello. E ti credo, ora vuole comprare casa in centro. Quelle serate non si vivono sempre, il pubblico martedì sera ha capito subito che il vento stava girando. Certo, se poi Borriello continua a segnare, e a farlo sempre sotto la Sud, allora l’amore tra lui e la gente romanista diventerà eterno.
La rete contro il Bayern è stata una vera perla. Marco stoppa il pallone, perde l ’ equilibrio, col destro poi, riesce a calciare quasi da terra, scavalcando il portiere. Bella pure la rete siglata al Cluji: lancione da metà campo, tiro al volo, in girata, di sinistro. Per non parlare poi, del gol alla Batistuta contro l’Udinese: pregevole la difesa del pallone. Più o meno belli tutti, dal primo con il Bologna all’ultimo in Champions, passando per il rigore maldestro contro la Lazio. Fuori casa, una sola rete, inutile tra l’altro: a Brescia. Non a caso, Borriello è il bomber di casa.