DI MARCO GIANFRANCESCHI
Leggendo sul web e ascoltando le radio romane, i tifosi romanisti stanno venendo catalogati in due settori distinti: tifosi da stadio e tifosi pantofolari. Mi domando del perchè dobbiamo essere definiti cosi da alcuni noti esperti di calcio (se cosi si possono definire) e anche da noi stessi tifosi. Cosa c’entra e perchè mai questa distinzione? Nasce tutto dalla vicenda che ci sta appassionando da vicino sulla presunta vendita della società. Sono venuti fuori centinaia di discorsi sul popolo di fede giallorossa. I tifosi che sono dalla parte dei Sensi e chi invece vorrebbe che lasciassero la società in mano a gente più potente. Non tutti i tifosi hanno il diritto di esprimere le proprie idee? Non siamo in democrazia? Sembra proprio di no. Che differenza ci potrebbe essere nel tifoso che ogni settimana segue la sua squadra alla stadio nella propria città o anche in trasferta, e quello che segue la sua squadra dal proprio divano con davanti magari, un bel bicchierozzo di vino bianco? Perchè, quest’ultimo tifoso è inferiore o dovrebbe sentirsi tale al primo? Non possiede la stessa passione? Non ama alla stessa maniera? Non soffre egualmente? Non spende i stessi soldi (voglio essere anche materialista)? E’ un tifoso da serie B? Ecco. Fare queste distinzioni fa letteralmente sorridere. Personalmente da quando sono tifoso della Roma (cioè da sempre) di soldi ne ho spesi quanto potevano le mie risorse (continuo ad essere materialista) e ne spenderò finche vivrò in questa vita, sia con i Sensi (col mio Franco che mi ha fatto tornare più viva questa passione per la mia Roma, ma non è mai stata spenta prima) sia con altri presidenti che un domani verranno, se verranno. Il risultato alla fine non è importante, si può vincere e si può perdere, la Roma si discute o non si discute, la Roma si ama. Meglio sempre vincere se dovessi scegliere, ma la nostra Roma non ci ha abituato cosi, noi tifosi di questa società non abbiamo avuto un curriculum invidiante, anzi il contrario, abbiamo sofferto come pochi. Solo negli ultimi anni ci siamo tolti qualche bella soddisfazione sul campo e siamo tornati ad essere più vivi che mai (ma prima mai morti). Ma il tifoso, prima di questi anni spallettiani o capelliani era lo stesso. C’è chi andava allo stadio, chi la seguiva in radio, chi nell’era più moderna si abbonata alla pay per view (tele+, stream, ora sky e mediaset), internet, tvfonino di oggi giorno. Ma l’amore è stato e sarà sempre lo stesso, le gioie e le agonie sono tali e uguali per tutti senza distinzioni. Perchè continuare a fare del tutto per farci distinguere anche noi tifosi uno dall’altro? Ragazzi, non c’è differenza, siamo tutti uguali! Non è che chi spende di più ha più diritto di essere più romanista dell’altro che spende di meno. Chi va più allo stadio e più tifoso del pantofolaro. Abbiamo tutti gli stessi diritti e siamo tutti uniti in un solo grido per questa squadra. Questa storia ripeto, è uscita fuori da quando sono circolate le voci di una probabile vendita della società. Il pantofolaro che non segue la Roma allo stadio non ha diritto di dire la sua e di fare annunci e critiche all’operato della società. Ma vi rendete conto cosa sta succedendo nelle menti dei tifosi? Io sono stupito da tutto ciò. Questa gente parla e dice che non tutti hanno gli stessi diritti. Non voglio entrare in merito alla vicenda della società perchè comunque vada il mio contributo resterà immutato come l’amore (sono materialista, spirituale e idealista). Concludo dicendo che tutti noi siamo una squadra sola, dove non ci sono differenze e che la parola chiave che nasce nel nostro cuore e che pronunciamo all’unisono è FORZA ROMA!! ..Che venga dallo stadio a dalle proprie abitazioni non ha alcuna importanza..