Rassegna Stampa – Gazzetta dello Sport – Mai stati tanto vicini Moravia e Sartre. La noia è così prolungata da provocare nausea. Questa serata in Baviera metterebbe d’accordo perfino Ranieri e Mourinho. Qui – colti dai primi venti autunnali, in questo gioiello di architettura dove si respira odore di salsicce e si vorrebbe grande calcio – i ragazzi di Monaco restano per un tempo con il naso all’insù, a cercare un’ispirazione dal cielo. Arriverà? Così, anche la luna si annoia. Abbottonati, schiacciati, con poche idee e meno sussulti, i ragazzi della Roma vivacchiano finché il Bayern glielo consente. Ma intanto, dove sono finiti gli schemi giallorossi? E il coraggio?
Totti, come al solito, dice pane al pane:
«Abbiamo fatto il vecchio catenaccio, tutta la gara a difenderci, nemmeno un tiro in porta. Non si può giocare così».
Impietoso. Ranieri ci resterà male? Per l’allenatore
«comunque abbiamo fatto una buona partita, un po’ timidi davanti, ma bravi nella fase difensiva. Il risultato non è veritiero».
Anche Totti poi si riprende.
«Abbiamo affrontato una grande squadra, ora però dobbiamo migliorare per tornare protagonisti in Italia e in Europa».
Niente jolly Nella ripresa, quando il Bayern decide di fare sul serio, si alza il livello della partita, e la Roma resta a galla grazie a un paio di ciambelle lanciate da Julio Sergio. Ma daje e daje, le ciambelle finiscono, e quando Muller tira fuori un colpo di biliardo carico di effetto, nemmeno Julio Sergio può arrivarci. «Si è inventato il jolly, peccato perché ci stavamo comportando bene» mastica amaro Ranieri. Borriello avrebbe l’occasione di pareggiare subito i conti. Ma è tanta l’incredulità per quell’unico pallone giocabile, che decide di consegnarlo a Butt.
«Noi abbiamo avuto le nostre occasioni sintetizza Ranieri -, il Bayern ha sfruttato al meglio le proprie»
Già. Infatti Klose non ha perdonato neanche a questo giro. Lui è soddisfatto Così, il progetto di Ranieri crolla come un castello di carte: tutta la partita ad agognare un pareggio-brodino, aspettando sull’uscio l’avversaria, per poi sbarrarle la strada, e in cinque minuti è venuto giù, portandosi dietro quel pizzico di autostima rimasto dopo i disastri sardi. Lui si fa coraggio.
«Eravamo impauriti, mi sarei aspettato più grinta, ma la Roma c’è – chiosa -, dobbiamo ripartire da questa serata. Siamo sulla buona strada, sono soddisfatto»
Beato lui. Ma qui tra stecche e sconfitte al prossimo concerto rischia di venire giù il palco. Non sparate sul pianista, aveva chiesto Ranieri. Infatti, così è sparare sulla croce rossa.