Rassegna Stampa – La Gazzetta dello Sport – Doni, il più cattivo di tutti. Anzi, no. Il portiere (dicono capriccioso) è stato subito reintegrato, stamattina tornerà ad allenarsi con il gruppo dei migliori.
Ripescato/1: Circolano due versioni sul ripescaggio del portiere brasiliano. Quella ufficiale: Julio Sergio è ancora mezzo e mezzo (ma lui giura di essere guarito), Ranieri (già spiazzato dai lunghissimi tempi di recupero di Pizarro) non sa comeprendere le confuse e frammentate notizie che gli arrivano dallo staff medico, perciò si cautela recuperando Doni, rinunciando alla coerenza. Comunque l’ex reprobo tutt’al più servirà in panchina, perché se Julio Sergio non ce la farà, a Milano giocherà il romeno Lobont, l’acquisto più costoso del calciomercato romanista (800.000 euro). La versione ufficiosa è più maliziosa: degli undici messi ai margini (c’è anche Pit, che si è rifiutato di tornare alla Dinamo Bucarest), Doni sarebbe stato l’unico a lamentarsi e a chiedere spiegazioni, con una telefonata ad un dirigente, e questi per evitare altre grane avrebbe chiesto all’allenatore di reintegrarlo. Qualunque sia stata l’esigenza e pur comprendendo le esigenze di Ranieri e lo spirito delle sue scelte:
«La divisione frutto solo di esigenze tecnico-tattiche in vista della Supercoppa» ribadivano ieri a Trigoria
il ripescaggio di Doni è un passo indietro e un segno di debolezza.
Ripescato/2: È stato recuperato anche Marco Andreolli, il quale sarebbe già passato al Chievo (per poco meno di un milioncino di euro, ormai l’accordo è fatto) se la Roma si fosse ripresa Burdisso senior o almeno avesse ricevuto il transfer di Burdisso junior. Andreolli, che è un ragazzo serio e un professionista esemplare (e che, oltretutto, alla Roma ha già dato la schiena) è rimasto un po’ basito, ma non ha fatto una piega. Deve essersi chiesto, ma la vicenda Burdisso non è la stessa identica da giorni? E del resto pure degli acciacchi di Julio Sergio non si sapeva anche ventiquattro ore prima? Dibattito Comunque, la decisione di dividere la squadra in due gruppi è stata nettamente l’argomento del giorno. Una decisione che ha spaccato anche la tifoseria, nelle radio e sui siti, tra favorevoli
«Giusto usare il bastone con chi crea problemi alla società rifiutando ogni trasferimento»
e contrari:
«Ma perché mettere all’angolo proprio i giocatori da vendere, siamo autolesionisti?»
Di sicuro, questa decisione è in controtendenza rispetto alla scelta di un anno fa di abbattere il muro che nello spogliatoio divideva i protagonisti dai comprimari della squadra. Ma— si dirà — erano altri tempi. Adesso è il momento delle scelte impopolari. L’Inter incombe ed è la solita corazzata. Servono le maniere forti.