Ad un metro dalla fine del curvone la Roma per un soffio vede sfumare il suo ottavo sigillo consecutivo. L’Inter và a più 7, il Milan a più 3. La Roma a Napoli se l’è giocata, nonostante le pesanti assenze dimostra ancora una volta di essere viva e di aver catalizzato l’amara uscita dall’Europa League. Ranieri ha partorito la mossa del 3-5-2. Una strategia di capelliana memoria. La Roma è stata forte ed è uscita dal San Paolo a testa alta e con una consapevolezza: è pronta per il rush finale. Il rettilineo è ormai alle porte: ci si arriva con l’amaro in bocca per una vittoria sfiorata, quasi accarezzata, voluta ma purtroppo il calcio è bello anche per questo. Bisogna ripartire sempre e comunque con la consapevolezza che salti mortali la Roma di Ranieri ne ha fatti a bizzeffe, senza i tenori del calibro di Totti, Toni e Pizarro i giallorossi hanno messo in campo quello spirito di gruppo che pochi in Italia hanno dentro i loro spogliatoi. In altre circostanze il “rospo” da digerire sarebbe stato davvero velenoso come il fiele ma questa volta piangersi addosso viene molto difficile, davvero improponibile. La Roma c’è! Si volta pagina e la mente vola necessariamente verso quel Roma-Milan che sabato farà battere forte il cuore di ogni romanista. Il rettilineo inizierà proprio contro i rossoneri, attuali antagonisti della capolita Inter. Il recupero di Julio Sergio, Toni e Pizarro diventa per Ranieri un obbligo. Molte le note positive della domenica romana in quel del San Paolo ma anche qualche preoccupante scricchiolio che da giorni ogni tifoso romanista osserva con la lente d’ingrandimento, propria di chi ha capito che Bertagnoli, Julio Sergio per tutti, è davvero il vero titolare di questa Roma versione 2009-2010. Le paure di Doni saltano agli occhi di tutti, il non aver combinato qualcosa di scandoloso non esenta il numero 32 dal giudizio che ormai in capitale tutti hanno sentenziato. La sorte non gli ha dato una mano d’aiuto: se quel tiro di rigore, intuito e pizzicato, fosse stato deviato in angolo, forse la sua stagione sarebbe cambiata e la Roma avrebbe fatto un balzo in avanti verso una rimonta insperata ma che rimane come uno straordinario pensiero nella mente di ciascun romanista. Dopo la delusione europea la Roma risponde all’appello ma sul finire dell’opera domenicale si è fermata. Ad onor del vero una cosa và ribadita: la Roma non è aiutata nè dal palazzo nè tantomeno dal sistema. La Roma è lì per meriti suoi. Tutta farina del suo sacco. Su questo non ci piove, tanto per smentire chi ci vede come “aiutati” e sopravvalutati.