Top e flop in Napoli-Roma: Pellegrini determina sempre di pi๠le sorti dei giallorossi

Ci sarebbero tante considerazioni da fare dopo questo Napoli-Roma, match che alla vigilia é stato presentato come un vero e proprio spartiacque per la stagione delle due squadre. Da un lato i ragazzi di Spalletti, costretti a vincere per rispondere ad Inter e Milan vittoriose negli anticipi di venerda, affinchà© potesse essere ancora possibile coltivare speranze scudetto, mentre dall’altro gli uomini di Mourinho. Già , quella Roma che sta facendo bene in Conference League e che, complice gli stop della Juventus in casa contro Inter e Bologna ha finalmente guardato con un minimo di fiducia la lotta per ottenere un posto nella prossima edizione della Champions League.

Con questi presupposti, chiaramente, Napoli-Roma é diventata una partita molto delicata. Un match che, se vogliamo, ci ricorda ancora una volta quanto i giallorossi dipendano dai singoli quest’anno. Nel bene e nel male. Spesso e volentieri questo ruolo é stato ricoperto da Abraham, in brevi frammenti della stagione da Zaniolo, ma da un po’ di tempo a questa parte l’ago della bilancia per il tecnico di Setubal é diventato Pellegrini. L’elemento di raccordo tra centrocampo e attacco, chiamato a garantire qualità  anche sui calci da fermo.

I top tra i giallorossi dopo Napoli-Roma a Pasquetta

Pellegrini 6,5. Non la sua miglior partita della stagione, ma sulle palle da fermo ha avuto una crescita clamorosa ed ogni cross che parte dal suo piede é un pericolo anche per il Napoli

Smalling 7,5. Prestazione clamorosa del centrale inglese, che ha il merito non secondario di annullare un attaccante del calibro di Osimhen. La Roma resta in piedi nel suo momento peggiore soprattutto grazie a lui.

El Shaarawy 7,5. Cambia totalmente la partita coi suoi cambi di passo sulla fascia sinistra. Mette in crisi tutta la corsia del Napoli e si fa trovare al posto giusto nel momento giusto. Gol pesantissimo anche per il morale di questa squadra.

I peggiori in Napoli-Roma tra gli ospiti

Ibanez 5. Iingenuo sul rigore visto che Lozano gli prende la posizione proprio per farsi toccare. Lui ci casca alla grande e mette in salita una partita che poteva girare diversamente per i ragazzi di Mourinho. Un autentico peccato.

Cristante 5. Rischia forse qualcosina di pi๠del cartellino giallo nel primo tempo, costringendo l’allenatore a sostituirlo. Si fa prendere sempre in mezzo, confermando il suo momento caratterizzato da tanti alti e bassi. Probabilmente ha bisogno di rifiatare, prima della fase decisiva di questa stagione dopo aver tirato a lungo la carretta.

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3 commenti su “Top e flop in Napoli-Roma: Pellegrini determina sempre di pi๠le sorti dei giallorossi”

  1. Dopo un’ottima prova contro il Bodo la Roma torna in campo e, cosa per noi inusuale, non appare molle e rilassata.
    È presto per dire che si tratta di un’inversione di tendenza rispetto al passato(anche perché il primo tonfo con il Bodo è ancora troppo recente), però lo prendo come un segnale di speranza. Se questa speranza si tramuterà in realtà, allora potremmo dire che lo stipendio di Mourinho è ampiamente giustificato.
    Sulla partita: il Napoli fa l’errore che noi avevamo fatto durante l’ultima sconfitta con il Bodo: andare in vantaggio e pensare di gestire la partita per il resto del tempo.
    Spalletti si conferma un insuperabile macinatore di punti e, allo stesso tempo, un allenatore le cui squadre entrano in difficoltà in momenti chiave della stagione. Nonostante ciò, però, penso che avrebbe potuto vincere qualcosa in più in carriera, e sarebbe stato interessante vederlo allenare una delle squadre allenate, per esempio, da Conte.

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    • Spalletti meritava di vincere con la Roma, così come Ranieri.
      Totti meritava di vincere molto di più per il suo enorme talento.
      Più in generale, la Roma meritava di vincere di più negli ultimi decenni.
      Oggi Mou si lamenta spesso degli arbitri, ma forse non sa – come invece sappiamo noi tifosi di lungo corso – che la Roma è stata storicamente danneggiata da arbitraggi vergognosi. Valga per tutti il famigerato “gol di Turone” che ci avrebbe dato uno scudetto e che invece fu annullato permettendo l’ennesimo trofeo rubbentino. L’episodio che valse la fatidica frase di Viola sui “centimetri”.
      Purtroppo ciò che resta, nella memoria becera del calcio da bar, sono i trofei e non i meriti sportivi sul campo.

      A proposito, mi aggancio a questo ricordando lo scudetto mezzo scippato dall’odiosa Inda appunto a Ranieri, per dire che il nostro cammino è proibitivo e che per conservare il quinto posto la Roma dovrà fare prestazioni super e risultati ad oggi improbabili.
      L’insidia, più che la Lazzie, è la Fiorentina: deve giocare una partita in più come recupero, poi dovremo andare a Firenze e intanto la prossima la giocherà a Salerno, mentre noi andremo nella tana dell’Inda a Milano.
      Sogno nel cassetto: fare lo sgambetto a Inzaghi e andare in finale nella Coppa.
      Poi i giornalai da salotto Tv dicano pure quel che vogliono, io mi godrò la finale di Tirana con tanto di spernacchi alla faccia loro.

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      • Ciao Alex,
        per la Roma non sarà facile arrivare quinta, ma devo dire che, se vedrò lo stesso impegno fino agli ultimi minuti a ogni partita, o in quasi tutte le partite, sarò contento al di là del piazzamento finale. Quante volte si è detto in passato: “Accetterei delle sconfitte se almeno vedessi una squadra che ce la mette tutta”? Tante! Se Mourinho ci porterà la grinta di Spalletti aggiungendo la capacità di non sbagliare malamente le partite importanti (questo è ancora tutto da dimostrare), allora possiamo sperare di avere delle belle soddisfazioni il prossimo anno.
        Hai ragione: alla Roma mancano almeno due scudetti, uno con Spalletti e uno con Ranieri. Per vincere qui (o in qualunque posto che non sia Milano o Torino) non basta essere più forti delle altre squadre; bisogna essere più forti di tutti! Per vincere bisogna avere una squadra che fa potenzialmente sette o otto punti in più della seconda. Quei sette punti potenziali diventeranno poi due o tre reali, a causa di ammonizioni generose, errori vari, ecc.
        La Roma che vinse lo scudetto teneva in panchina Montella e Nakata. Si trattava di uno squadrone. Vincemmo però con un piccolo distacco.
        Temo che la verità sia che molti appassionati di calcio abbiano poco senso critico e amino semplicemente gioire delle proprie vittorie (al di là di come siano arrivate) e strepitare per le vittorie altrui. È triste da dire ma a molti il calcio sta bene così, con le pressioni sugli arbitri, le sentenze morbide, la corruzione dei piani alti.

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