La consapevolezza dei propri mezzi. Una dote naturale di chi ha autostima e soprattutto conoscenza del proprio patrimonio potenziale. La Roma venne raccolta da Claudio Ranieri all’indomani della seconda sconfitta consecutiva. Una squadra pesantemente “affossata” da una crisi d’identità che pesava come un vero e proprio macigno sulla condizione fisica. “Le gambe correvano” ma la mente era spremuta come dei bei limoni siciliani, la pesantezza psichica dell’ultima Roma di Spalletti era ormai giunta ad una condizione irrecuperabile. Ranieri da subito ha capito che la sfida-Roma per lui non sarebbe stata facile ma non impossibile. Ha tentato fin dall’inizio di lavorare sotto un aspetto più psicologico che tecnico: la consapevolezza dei propri mezzi. Claudio, il testaccino, è partito da un quesito sacrosanto: Può una squadra, gente giunta più volte ai quarti di Champions, vincitrice virtuale dello scudetto 2008, essere diventata così brutta e fragile? Il suo operato è da incorniciare se si considerano quanti calciatori della Roma erano con i bagagli pronti, adesso molti di questi sono in dirittura di arrivo per il rinnovo. E’superfluo per non dire poco edificante tirar fuori un paragone Ranieri-Spalletti. Due filosofie, due modi d’intendere il calcio all’opposto. Spalletti più dedito alla bellezza della manovra, Ranieri propenso al risultato in qualsiasi modo. Il narcisismo di un gioco ed il carattere da utilizzare sempre, fino agli ultimi secondi. Risulta chiaro che certe vittorie dell’ultima Roma con Spalletti non sarebbero state possibili, la Roma vinceva il più delle volte giocando meglio del suo avversario. Però il lavoro svolto in estate la squadra se lo stà ritrovando, al di là dei richiami effettuati dallo staff di Ranieri, il team di Spalletti ha effettuato un buonissimo lavoro, basti pensare ai pochi infortuni rispetto alla scorsa stagione. Ranieri ha dato un’identità, un carattere, una personalità, ha trasferito quella carica che ben presto ha portato tutti i giallorossi a ricomprendere la stima e la fiducia di ognuno di loro. La Roma è un piccolo miracolo, piccolo perchè trattasi di squadra con organico di alto livello ma pur sempre di miracolo si tratta. La sesta vittoria consecutiva in campionato ricorda il record del 2006. Eguagliarlo significherebbe testa della classifica. Non sogniamo troppo, andiamo di partita in partita perchè forse il vero segreto della Roma di Ranieri stà proprio lì, non aver avuto un obiettivo ben preciso, a parte quello di tornare grande.