Monchi ha trascorso i giorni dopo la sconfitta di San Siro insieme alla famiglia a Venezia, che nell’immaginario collettivo dell’Italia é stata a lungo la città delle lune di miele. Un modo inconscio, forse, per prolungare quella con Roma, che dopo 17 mesi sembra terminata. Anche a quello che é stato accolto come “il d.s. pi๠bravo del mondo†viene presentato il conto dell’inizio deludente, cosa come a Pallotta, a Di Francesco e ai giocatori.
Gli auspici del tifosi, in fondo, in estate erano chiari: abbiamo una squadra forte, con un paio di ritocchi potremo toglierci tante soddisfazioni. Capitan De Rossi a fine stagione spiegava la virata con questo esempio: “Prima finiva l’anno e tanti dicevano: “Me ne vadoâ€. Adesso no, c’é gente che sta bene“. Sogni e bisogni, perà², fanno rima solo sulla carta, per questo il mercato movimentista di Monchi ha sorpreso poco, pur toccando tre come Alisson, Nainggolan e Strootman.
A suo parere, Monchi ha costruito una Roma forte (e quindi in grado di togliersi tante soddisfazioni) e le scelte sono state condivise con l’allenatore. Lo spagnolo non rinnega quanto ha detto al termine del mercato: “Se non vinco me ne vadoâ€. Ma é pronto ad aggiungere anche altro: se non vado bene, me ne vado. Pallotta lo adora, perಠradio mercato sussurra che Barà§a e United non vedrebbero l’ora che accadesse.
Fonte: Gazzetta dello Sport (M. Cecchini)