L’analisi tattica di Roma-Inter 1-3, una Roma padrona per 70′, poi le individualità  dell’Inter fanno il vuoto

La Roma disputa una partita da grande squadra per 70 minuti pieni, mettendo in mostra tutte le caratteristiche richieste da mister Di Francesco come il pressing alto, la costruzione dal basso con il quadrilatero portiere, difensori centrali e regista basso oltre alla compattezza delle due linee tra difesa e centrocampo. Dove a Bergamo la sorte aveva regalato tre punti pesanti ad una Roma priva di gioco, contro l’Inter una bella squadra armoniosa e con personalità  ne raccoglie zero.

Analisi tattica Roma-Inter 1-3 – Avvio dell’ Inter con personalità , la Roma cresce alla distanza. Il centrocampo della Roma comanda il gioco.

Fin dai primi minuti la Roma dimostra di voler costruire l’azione dal basso sprecando pochissimi palloni, il contrario di quello visto a Bergamo dove la sfera scottava tra i piedi dei difensori e veniva rilanciata immediatamente. Buon avvio nei 5′ dell’Inter che prova a controllare il gioco fin dai primi minuti non riuscendo perಠa trovare spazi tra le strette maglie giallorosse, eccetto un’azione convulsa in area portata avanti da Candreva ed Icardi con palla a lato. Spalletti blocca De Rossi ma viene sorpreso da una squadra attenta che spreca poco o nulla e cresce in modo costante dalla conclusione di Kolarov in poi, legno sul palo alla destra di Handanovic che sveglia la squadra dai timori iniziali. La partita viene sbloccata dal gol Dzeko, classico movimento che viene imbeccato dietro la linea difensiva perfettamente da Nainggolan, 1-0.

Kolarov
Il primo palo colpito dalla Roma con Kolarov

I giallorossi salgono d’intensità  mentre l’Inter prova fin da subito a sfruttare il duello Perisic/Juan Jesus sulla catena destra con il brasiliano saltato ed ammonito al 20esimo, primo squillo del croato. La Roma applica il metodo Di Francesco, lavorando la palla con Alisson, oggi pi๠sicuro e preciso con i piedi, i due centrali e De Rossi in appoggio, seppur sempre marcato a vista dai nerazzurri, senza buttar mai la sfera, seppur a volte complicandosi la vita pi๠del dovuto. La formazione giallorossa alterna fasi di pressing alto in alternativa ricompattandosi con un 4-1-4-1 con le linee molto vicine tra loro che soffoca cosa la manovra dell’Inter troppo piatta con un Borja Valero ancora non padrone del gioco. La posizione del tuttocampista spagnolo, libero di svariare rispetto a Gagliardini e Vecino pi๠bassi, non funziona venendo spesso inghiottito dal centrocampo della Roma.

Defrel per Nainggolan, secondo palo pieno.

Su una discesa di Kolarov a sinistra, anche oggi tra i migliori, Defrel trova lo scarico per Nainggolan che da fuori scaglia un tiro basso e preciso, fin troppo con la palla che termina anch’essa sul palo con Handanovic ancora graziato. Nel finale di primo tempo prima apparizione anche di Icardi, che si stacca dalla marcatura di Fazio, e con una bella girata in area sporca i guanti Alisson costretto ad una parata impegnativa.

Icardi, con un contro movimento da attaccante di razza, si stacca dalla marcatura di Fazio, troppo lento a seguire l’uomo, ed effettua la sua prima conclusione a rete. Il leit motiv della serata.

Analisi tattica Roma-Inter 1-3 – La Roma riparte bene, mettendo sotto i nerazzurri, l’Inter rinasce dopo il doppio errore di Jesus e Fazio che porta al gol di Icardi

Nella ripresa Spalletti toglie subito Gagliardini, impalpabile, per la maggior qualità  di Joao Mario abbassando Borja Valero, pi๠vivo nella costruzione del gioco. La Roma riparte a tamburo battente e Strootman dopo 11 secondi si inserisce perfettamente in area dopo un uno due con Dzeko concludendo in porta, parata. I giallorossi costruiscono bene a sinistra con la sovrapposizioni di Kolarov sulla fascia, le sgroppate di Strootman finalmente nel suo ruolo, ed i tagli interni di Perotti contenendo bene sulla fascia opposta con Jesus e Defrel pi๠guardinghi su Perisic. Intorno al 10′ arriva il fallo incriminato di Skriniar su Perotti con la mancata applicazione del VAR, calcio di rigore non concesso. Al 17′ arriva un cambio sottovalutato che peserà  molto sopratutto per gli equilibri tattici della Roma: esce Defrel, inesauribile sopratutto in aiuto a Juan Jesus, al posto di El Shaarawy, maggiormente offensivo e meno disposto al sacrificio. Perotti continua a spadroneggiare su D’Ambrosio a sinistra, prima una palla ottima in area per El Shaarawy, non agganciata dal Faraone, poi un palo interno clamoroso, l’ennesimo, dopo esser rientrato sul destro al limite dell’area al 19′ della ripresa.

Perotti rientra e con una sciabolata fa vibrare il palo, collezione di legni per la Roma.

Il doppio errore individuale che cambia l’intero incontro arriva al 21′: Juan Jesus a destra viene pressato da Joao Mario, il verde oro butta una palla velenosa in mezzo al campo anzichà© giocare semplice lungo linea, il centrocampo della Roma é tagliato fuori e Candreva in possesso della sfera attira su di sé Fazio che abbandona incautamente la linea difensiva (nonostante lo schermo di De Rossi), Icardi é bravissimo a girarsi in modo fulmineo di destro, 1-1.

I due errori decisivi visti da dietro: Juan Jesus tira una palla casuale in mezzo al campo, Fazio scompone la linea uscendo dalla propria posizione nonostante De Rossi e Nainggolan in aiuto su Candreva.

La Roma non si scoraggia e riparte immediatamente con El Shaarawy che scatta a destra e sfrutta lo spazio alle spalle di Dalbert per provare ad infilare Handanovic, palla salvata a pochi passi dalla porta. Poco dopo i giallorossi non concludono un’altra buona occasione con Perotti a campo aperto bravo a servire Nainggolan, un pizzico in ritardo. La Roma gioca un calcio dispendioso ed inizia a calare vistosamente d’intensità  e ritmo, cosa com’era accaduto a Bergamo, lasciando troppo spazio e duelli individuali agli avanti dell’Inter. Cosa la differenza cosa la fa ancora la bravura dei calciatori: Joao Mario é solo ad innescare Perisic che finalmente ha tempo e spazio per puntare Juan Jesus che viene saltato per la seconda volta in partita: Icardi, con lo stesso movimento della conclusione parata da Alisson nel primo tempo, si stacca da Fazio ed in girata firma il 2-1.

Perisic salta Juan Jesus, Icardi si stacca da Fazio e segna il 2-1 con una grandissima rete.

La Roma con la seconda rete viene sopraffatta dalle emozioni sparendo dal campo e palesando evidenti limiti mentali, cosa come ricordato da Di Francesco a fine partita. L’Inter é cinica e letale nelle ripartenze essendo ormai nella condizione di sviluppare il proprio gioco speculare e chiude il match con il 3-1 di Vecino, fotocopia del 2-1 di Icardi sfruttando nuovamente il mismatch Perisic/Juan Jesus.

Il 3-1 di Vecino, azione identica al 2-1.

Analisi tattica Roma-Inter 1-3 – Commento finale

Un 3-1 pesante che paradossalmente non ridimensiona le ambizioni della Roma (qualificazione in Champions League), ritrovata nel gioco e nell’applicazione tattica richiesta dal proprio allenatore, fino a qualche settimana fa non cosa scontata. La pesante defezione a destra di un terzino di ruolo capace di contenere Perisic a conti fatti ha sparigliato le carte in tavola cosa come gli errori di Fazio, puniti a carissimo prezzo regolarmente. Di Francesco é stato impeccabile nella preparazione della partita, molto meno quando é stato costretto ad interpretare senza il proprio spartito nel momento di difficoltà  peccando d’inesperienza, forse dimostrandosi troppo sicuro di avere in mano la partita. Bravo e fortunato Spalletti ad incassare ed a colpire proprio nei punti scoperti dai giallorossi, dimostrando già  in 180′ che il colpo dell’Inter, in possesso di un’ottima rosa, é senz’altro lui.

Analisi tattica Roma-Inter 1-3 – Extra

La posizione di Defrel – La Roma é molto vicina a Patrik Schick, il ceco non sembra assolutamente in grado di svolgere il medesimo ruolo di fatica del francese, praticamente pi๠centrocampista che attaccante avanzato. Starà  a Di Francesco trovare la collocazione giusta al grandissimo talento dell’Est Europa.

E Cengiz Under? – Appena entrato ha messo in mostra un paio di movimenti interessanti.

Karsdorp e Florenzi tornate presto – Perchà© mai come oggi la mancanza di un solo elemento ha fatto la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

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