Trattasi di un diffusissimo modo di dire che evoca tecniche educative di origini antiche e dall’efficacia quanto meno discutibile. È un po’ il gesto di chi tende il braccio, ma senza distenderlo mai completamente, perché quella mano troppo vicina al profilo del discente sottrarrebbe autorità al precettore. Un assaggio di bontà che valga ad ottenere ascolto, come alternativa al severo ammonimento e talvolta alla benefica punizione. Dunque, il bastone e la carota, perché la rettitudine esige il dolce e l’amaro. Ad ogni modo, a mio avviso, esiste un’altra chiave di lettura. Di certo, la vicenda Ranieri – Menez ha rispolverato il rapporto fra educatore ed educando. Tuttavia, il bastone e la carota tornano prepotentemente alla ribalta, sotto un profilo differente, in ordine alla gestione del parco giocatori, allorquando il mercato della Roma passa alla fase due, quella delle cessioni. Se Toni è stata la carota è arrivato il momento delle bastonate. Stavolta non è un discorso di disciplina. Qui si tratta di tenere a bada il fuoco ardente di una tifoseria, tanto innamorata della squadra, quanto ostile alla dirigenza, offrendo uno spiraglio di luce, troppo spesso nunzio di sventure. Non prendiamoci in giro. Ogni prestito gratuito ingenera una reazione a catena. Gli esiti possono essere differenti, ma senz’altro degenerativi rispetto al momento dell’euforia iniziale. Perché quando ti buttano fumo negli occhi, purtroppo non puoi vedere oltre una certa distanza. Pertanto, senza entrare nel merito di trattative più o meno fantasiose o più o meno vicine alla conclusione, sappiate che c’è un conto da pagare e prima o poi qualcuno verrà ad esigerlo, non importa che il supposto benefattore risponda al nome di Massimo Moratti. Qualche tempo fa scrissi che la Roma con un Luca Toni in più sarebbe stata senz’altro più forte; tuttavia, rimanevano impronosticabili gli sviluppi di un percorso evolutivo ancora tutto da decifrare. E’ ovvio che un discorso del genere vale anche per Burdisso e per qualsiasi operazione venga fatta apparentemente a buon mercato. Ranieri sostiene che lo staff dirigenziale giallorosso non abbia gli anelli al naso. Non ho motivo di dubitarne, ma ritengo che sia sbagliato pensare che gli anelli al naso li abbiano gli altri. Pertanto, mi riservo il giudizio sulla bontà dei recenti movimenti di mercato all’esito delle imminenti bastonate, sperando di non dovere attendere troppo a lungo prima di gustare la prossima carota.