Di tutti gli allenatori discussi è arrivato a Zeman. Un errore?
No. Quei nomi che tu evochi, alcuni veri e alcuni falsi, alcuni prendibili e altri no, ma non è che il dirigente dà le chiavi di casa al primo che passa. SOno valutazioni che si fanno: alcuni potevano, altri non avevano le caratteristiche. Qualsiasi sarà il futuro, non sarò mai pentito di aver preso Zeman, che ha fatto qualcosa di molto importante per la Roma del futuro.
Se Zeman andasse via, sarebbe il secondo errore della società. Idea di calcio ripetibile a ROma?
C’interroghiamo sempre su questa cosa. E’ ridicolo che Roma produca sonniferi e Milano esalti i sensi. Ho in bacheca appese più di qualche dichiarazione di gente che soffre, corre e ride. A Trigoria c’è gente che ha altre sensazioni e noi dobbiamo lavorarci molto e non ci vorrà poco. Se voi mi dite: chi siete che portate due allenatori sbagliati? ci sono scelte giuste e sbagliate, ma noi dobbiamo rimanere in piedi e non abbandonare le persone. E peggio sarebbe non saper prendere decisioni, soprattutto quelle relative a noi stessi. Anzi, soprattutto.
Le parole di Zeman non erano accuse, ma se non erano quello era un grido di aiuto. Baldini e lei avete detto che i ragazzi si comportano bene. Voi vi parlate? società, tecnico e giocatori? lei non ha parlato di esonero, ma di rapporti cancerogeni. Non pensa che Zeman sia delegittimato?
I giocatori non fanno quello che vogliono. Non parlo inutilmente e prima l’ho fatto. La disciplina dipende dall’allenatore. Qualora fosse così, lui sa di avere una società che lo protegge. La realtà è che i giocatori fanno quello che lui gli dice fare, qualcuno bene qualcuno male ed è accettabile, ma non fanno come vogliono. Non penso che Zeman sia stato delegittimato. Non posso tirarmi indietro, per questo sono qui, perché non posso tirarmi indietro. Non era accettabile non dirvi niente. Non sono venuto ad esonerare Zeman, ma a discutere con voi. Zeman esonerato? NO. Cosa vogliamo fare? rimettere a posto le cose. Vogliamo fare un Zeman2, magari. Mi dispiace che tu definisca tiepido il mio modo di stare vicino a Zeman, perché io lo ritengo chiaro. Non inciuciamo niente al terzo piano, siamo qui per migliorare le cose e per correggere le cose visto che ancora si può fare. La situazione è ondulatoria, bisogna RISOLVERE la cosa, vedremo come. Siamo in un momento di studio. Ci sono tante decisioni che potremmo prendere prima di esonerare Zeman, eh. Come v’interrogate voi, siamo tenuti a farlo noi. Quando si assume una responsabilità, come lo faccio e la società, lo fa anche lui e ci sarà un Zeman 2. Il governo Zeman 1 non ha più fiducia? non è vero. Ho detto che a Zeman noi già dobbiamo, pronti e via. Non è una cosa da poco. Un esordio che poi ha prodotto uno sviluppo per qualche giocatore, lo sviluppo di qualche giocatore. Non è sfiducia questa, anzi. Abbiamo il miglior attacco, pensavamo di poterle ottenere e le abbiamo. Lui ci deve però un rendimento discontinuo che va corretto e vedremo come. Oggi è lo spartiacque.
Perché per Lucho la parola esonero era un tabù, mentre quest’anno no?
Noi non ne abbiamo parlato, forse voi l’avete usata prima per lui, che per Luis Enrique. Era un’esperienza diversa, era un momento diverso, bisogna sempre contestualizzare.
Lei sembra che stia parlando quasi di un Zeman al passato. Crede che la società abbia sbagliato a non fornire la squadra giusta al tecnico? la squadra segue il mister?
Penso che la Roma abbia dato a Zeman tutto quello di cui aveva bisogno. Ogni scelta è stata fatta in concerto, fatto salvo l’acquisto di Toro, del quale Zeman era informato “non è perfetto per te, ma abbiamo bisogno di lui. Non posso prendere un ragazzo esotico del ’92 in Bolivia”. Lui ha capito la mia istanza e l’ha accettata volentieri. Per il resto abbiamo fatto tutto insieme, anche con soddisfazione: ha avallato Dodò, Marquinhos, con grande soddisfazione. Lui ha potuto controllare anche alcuni acquisti mentre li facevamo. L’allenatore è sempre stato molto generoso con il suo gruppo, non cessa di farlo e noi gliene siamo grati. Sul mercato, nessuno scontro.
L’aspetto sportivo non è centrale in questa volta riflessione. Ha un peso anche la squadra e le sue opinioni?
Io non ho mai ascoltato il parere di un giocatore su un allenatore, è una cosa tragica. Il dirigente non si confronta con la squadra, altrimenti ci sarebbe la dittatura di uno spogliatoio. Si controlla lo stato d’animo, ma mai ho chiesto ad un giocatore sull’allenatore. Guarda, senza fare poesie se no mi prendono in giro ovunque, fu quasi decisivo il pianto decisivo di Zeman a Genova: notammo quella commozione, che non gli conoscevamo, che ci aveva presi. Forse è arrivata l’età dell’emozione, cerchiamo di coglierla. Fu casuale, eh. Se quello può essere stata una piccola spinta per scegliere, basterebbe molto meno, in questi giorni, come il vedere l’allenatore relazionarsi in una certa maniera con alcuni giocatori o tutti, vedere in che modo saranno seguiti i suoi allenamenti…basta molto poco per sospendere una decisione o per cambiarla. Siamo in attesa di capire, parlando anche con il mister, vedendo anche cosa pensa il mister. Siamo nel limbo: non vogliamo essere una squadra che non è. Dobbiamo essere sempre una squadra e ieri lo siamo stati molto poco. Nelle altre tre, lo siamo stati, ieri no. Oggi non ci siamo incrociati, per il troppo freddo sono rientrato. Parleremo anche oggi.
Se la fase di studio porterà all’esonero, cercherete un tampone o un obiettivo buono anche per il futuro? lei aveva pensato a Pioli…
La Roma ha bisogno di un allenatore normale, ma che abbia carisma, con la capacità di convincere tutti della possibilità di costruire qualcosa d’importante. Se valuteremo questa cosa, la valuteremo più avanti tenendo conto di questo.
C’è un clima d’incertezza, Zeman ha pessimi rapporti con molti giocatori: confermarlo non sarebbe peggio?
E’ una domanda corretta. Certo, tra i problemi c’è l’incancrenirsi di alcuni rapporti, che magari Zeman non considera cancerogeni a differenza, magari, dei calciatori. Alcuni gocatori vanno recuperati, anche se non posso imporlo all’allenatore. Non chiedo a Zeman di fare scelte diverse dalle sue, magari dico la mia, magari ne parliamo e spero possa cogliere qualcosa di utile, ma c’è chiarezza nei rapporti con tutti. La squadra, dirigenti e allenatori, dev’essere unita in ottica di un progetto. E’ un gruppo unito, si frequentano e si vogliono bene, si stimano.
Questa riflessione comporta anche il guardarsi intorno, in cerca di altri allenatori? e poi: lei a differenza di altri dirigenti ha il contratto di scadenza. Sceglierà lei o la proprietà?
Io so che questa proprietà, lo sapete anche voi ma poi voi dovete tradurre le cose giornalisticamente e a volte in maniera esaltante o riduttiva, ma questa è una società che sa quello che fa e sa dove vuole andare, lo sa perché mi ha trasferito il suo pensiero. Obiettivi inimmaginabili fino a poco tempo fa, come lo stadio. Mi sento dentro questa situazione, ci sono molte persone in movimento per la Roma, negli ultimi mesi, io accetterò di continuare solo se sarò sicuro di aver fatto bene. Non lavorerò indolentemente. Lavorare bene e non ottenere risultati con la squadra, dovrei pensarci. I risultati della squadra, sono anche miei. Noi stiamo vagliando candidature, ma si fa ogni giorno: non è un vizio professionale, ma è un dovere professionale. Ho un collaboratore a cui chiedo di controllare sempre l’età, le caratteristiche. Bisogna vedere anche come si vince. Ci si guarda intorno.
Il calcio più bello fatto a Roma contro la Fiorentina? molti tifosi si sono riconosciuti in quel tipo di calcio e forse anche i giocatori. In quella partita, il modulo è cmabiato, ma non la filosofia. E’ il segnale da seguire? anche se l’allenatore, un secondo dopo, ha detto che esiste solo il 4-3-3.
Mi pare sia stata una grande contraddizione: esistono anche altri tipi di calcio. La squadra, quella sera, ha reclutato qualità che a volte erano mancate: voglia e ferocia di vincere. Lo ha fatto con strumenti e strategie diverse, in una bellissima partita, ma non più di quella del 4-2 contro il Milan. Comunque una bella partita. Dal punto di vista emozionale è valsa di più: l’abbiamo giocata in maniera epica, vincendo una grande battaglia. Zeman ha potuto dimostrare a sè stesso di poter fare anche altro calcio, io lo credo, ma rispettiamo le sue scelte.
Errore più grave: Zeman a Roma o cosa?
Non è l’errore più grande, non lo vivo così. Forse ho fatto troppe premesse, ma l’ho detto: Zeman ci ha dato anche cose importantissime, che saranno godute da questa società. Siamo la squadra più offensiva, con un 18enne in prima squadra messo in prima squadra grazie alla sua sensibilità, il miglior attacco: non giudico negativamente il suo arrivo, quello che doveva dare ce lo ha dato. Ci lascia, o ci lascerebbe, qualcosa che volevamo.
Riflessione sull’allenatore fino a quanto durerà?
Anche oltre venerdì. E’ una situazione problematica: venerdì ci sarà questo o un altro? se mi chiedi questo, non voglio rispondere. Siamo in una fase di riflessione e ne parleremo con il mister.
Chi le parla non è un fan degli esoneri in corsa, ma non crede che fino ad oggi si siano accumulati molti problemi rimasti lì? comportamentali, tattici, tecnici…sempre accampate scusa. Momento di una presa di responsabilità definitiva? dell’allenatore o dei dirigenti?
Per mia tendenza personale, estendibile anche a Fenucci Baldini Baldissoni e gli altri, siamo molto sovrapponibili sotto questo aspetto, sappiamo che dobbiamo prenderci responsabilità e quando. Abbiamo notato alcune cose che sono state proposte in maniera sbagliata. Per esempio, cito una cosa che mi ha sempre infastidito: arrivare a fine settimana con il sofismo di fine settimana, ma come le dico a voi, le dico ai diretti interessati. Ogni volta che presentiamo una partita, in conferenza, non parliamo MAI di calcio. Non siete responsabili, anche se qualcosa c’entrate, ma alcuni argomenti andrebbero trattati per quelli che sono: invece di parlare di calcio si è parlati di disciplina. Io glielo dico, la disciplina è un compito dell’allenatore e lui lo sa bene. C’è un regolamento preciso: buona educazine, arrivare puntuali, parlare a bassa voce, sono compiti dell’allenatore, la società ha l’unico compito di supervisionare. In conferenza pre-partita, qui, si parla poco di calcio. Prima la fuga d’amore di un giocatore, poi della disciplina. Difficilmente ho sentito parlare di calcio qua dentro. I calciatori, aprendo il giornale, dovrebbero pensare che c’è una aprtita di calcio e non altro. Responsabilità dell’allenatore con la vostra intensa collaborazione. Non è colpa della stampa, non sto qui a dire questo, voi fate il vostro mestiere, ma mi piacerebbe affrontare temi legati alle partite.
Zeman è a rischio?
Lo abbiamo scelto, lo abbiamo scelto in maniera euforica, pensando che lui avrebbe fatto prevalere nella psiche dei ragazzi una voglia di un calcio garibaldino, prepotente, che volesse schiacciare l’avversario. In questo ci è riuscito, era una una nostra esigenza forte, la nostra gente, i romanisti, meritano squadre che giochino un calcio di questo genere. Anche qualora andassimo a fare dei correttivi, li faremo sempre in quest’ottica. Zeman ha centrato quest’obiettivo, credo che la squadra abbia il miglior attacco della Serie A, anche se questo non delinea il profilo di una squadra formidabile. Abbiamo scelto Zeman e lo abbiamo lasciato lavorare: con molto coraggio ha capito le potenzialità di alcuni giocatori che potevano essere migliorati, come Lamela e non solo, o altri giocatori che potevano essere lanciati. Molti tratti del suo lavoro sono stati apprezzati dai dirigneti e credo, spero, anche dai calciatori. Una poca soddisfazione rispetto a quello che la squadra riesce a produrre c’è. Ci fermeremo un po’ a parlarne, vedremo cosa non va. O non va la rosa, abbiamo sbagliato qualcosa dell’organico, o sono stati fatti errori tattici e tecnici dall’allenatore. Fra questi pensieri c’è anche quello di poter cambiare l’allenatore, seppur marginalmente. Non ce l’abbiamo con lui per le parole di sabato, parole fatte sembrare un attacco a noi, ma non c’è questo rapporto fra di noi, non mi sono sentito sfiorato e non credo che ci fosse un attacco celato. Ho rilevato alcune cose dette da lui: alcune cose giuste, altre sbagliate. La questioone del regolamento la ritengo pigra: il regolmaneto esiste, è generale e tutte le squadre ce lo hanno. Stiamo pensando di fare un regolmaneto definitivo per IL calciatore della Roma e colgo l’occasione per dire, che quando penso ad un regolamento futuribile, legato ad una società attiva e con un progetto ben preciso e obiettivi ben precisi da seguire ogni giorno, penso a qualcosa di molto particolare, che i romanisti dovranno rispettare. Tema diverso legato all’indisciplina: il gruppo di ragazzi che abbiamo, che magari ci fa mancare punti, non può essere pensato e attaccato come gruppo di ragazzi non in gamba, sono educati e fortissimi interiormente, nei comportamenti. Qualche esuberanza e qualche birichinata esiste e ci mancherebbe altro. Sono persone serie. Noi dirigenti siamo stati fortunati: ognuno ha debolezze, ma s’impegnano tutti.
Direttore, è successo di tutto. Parole di Zeman in conferenza e conseguenti parole. Squadra disorganizzata e nessuna riconoscibilità. Si sta consumando un finale di rapporto?
“No, si sta vivendo un rapporto. Ci sono cose che andrebbero rivisitate, tra le dette e le fatte. Ritengo che il valore della partita sia stato offerto per un preambolo fatto di altre cose. SI è trattato di osservazioni, una del mister e l’altra del direttore generale. Sono cose che rientrano nel “gioco delle parti”. Partita bruttina, ma stiamo celebrando funerali ripetuti per risultati che non lo dovrebbero prevedere, con questo non dico che siamo contenti, ma delle ultime partite ne abbiamo vinte due e pareggiate due. C’interroghiamo tutti circa le nostre possibilità reali. Metteremo a punto strategie per migliorare questa situazione. Non ti ho soddisfatto?
Ora Torosidis va via e la parola passerà a Sabatini, che si prepara sbuffando…
Roma calcisticamente presenta analogie per Atene, anche per il derby molto sentito ed un pubblico molto caldo. Realtà simile alla tua. Greco ti ha detto qualcosa?
“Gli ambienti sono caldi, sono uguali, ma questo mi fa piacere. Parto privilegiato, ma le grandi squadre nascono da grosse pretese. Se l’ambiente avrà pretese e richieste, le accetterò, come ho fatto in Grecia per sei anni. Tante pretese vuol dire che la squadra è importante. Lavorerò per portare la Roma in alto”.
Dove ti trovi meglio? destra, sinistra, attacco o difesa? parole sulla filosofia di Zeman?
“Il mio ruolo è quello di terzino destro, ma non vuol dire che io non possa adattarmi ad altri ruoli. Dove l’allenatore mi vedrà più utile, io giocherò. Non posso sapere tutto su Zeman, sono qui da poco: abbiamo giocato all’attacco e siamo stati sfortunati nei gol subiti. Mi piace il gioco offensivo, spero che saremo anche più attenti”.
Qualche parola sugli allenamenti del mister?
“Non posso sbilanciarmi. Ogni allenatore ha la propria filosofia. Lui insiste molto sulla resistenza e sul gioco d’attacco: il calcio deve offrire spettacolo, deve divertire. Il lavoro che Zeman chiede sulla resistenza mi aiuterà anche a migliorare”:
Dall’estero il campionato italiano conserva il suo fascino? perché hai scelto Roma e non Londra?
“Il campionato italiano è uno dei tre o quattro più importanti a livello mondiale, offre spettacolo e tanti gol. E’ normale che io sia onorato di giocare qui. Ho scelto la Roma e non il Fulham per la sua storia e l’importanza a livello mondiale”.
Momento delicato per squadra e allenatore: il tuo impatto con lui?
“Mi ha accolto benissimo. Ieri mi ha chiesto solo di attaccare più che potevo, senza scordarmi che dovevo anche coprire. E’ giusto che sia così: ho visto la partita contro l’Inter, è giusto che la Roma giochi in attacco. M’inserirò nelle tattiche”.
Precisazione della Turra: “chiamare contestazione quella di ieri…qui ci sono state cose ben peggiori, ieri erano venti persone“.
Ti aspettavi una situazione ambientale così difficile? ieri già la contestazione…
“Il gruppo è importante. Il club mira in alto ed è normale che i tifosi abbiano grande aspettative. Mi aspetto critiche ed applausi, ma bisogna aspettare il lavoro: tutti insieme miglioreremo la classifica e vinceremo”.
Tachtsidis sta subendo molte critiche. Hai parlato con lui dei tifosi?
“Come ho detto anche prima ero abituato a lavorare in gruppo sempre sotto pressione, costantemente. Il campionato greco non è all’altezza dell’italiano, ma la pressione dei tifosi è uguale. Accetto le critiche, che fanno migliorare, ma fanno bene anche gli applausi. Farò di tutto per essere applaudito”.
Il tuo nome è stato avvicinato alla Roma tante volte, ma questa volta sei venuto. Come mai?
“Più che altro direi che non è stata una scelta personale. Anche in estate, è vero, ma le due squadre non chiusero: sono contento di essere arrivato ed in Grecia si dice “meglio tardi che mai”.
Niente coppe europee: per te sarebbe una delusione non approdare in europa? la scelta del numero di maglia?
“Alla Roma non spetta l’Europa League, ma la Champions. Sono abituato a lottare sempre sotto pressione, per lottare per obiettivi importanti e sono venuto qui per questo. La Roma ora sta andando male, ma farò di tutto. Il numero è casuale: mi ha portato fortuna fin dall’esordio e allora ho proseguito.
E’ la squadra più forte nella quale tu abbia mai giocato?
Non posso fare grosse differenze per ora. Il mio ex club nel mio paese era importantissimo, ma sono contento di aver scelto la Roma, importante in Italia e con ambizioni europee. Perchè ottavi in classifica, nonostante il talento? vale lo stesso discorso, non posso ancora giudicare. Non ho avuto modo di vedere le partite della Roma. Guardando il talento ed il gruppo che ho intorno, la Roma non dovrebbe essere in questa condizione. Da parte mia farò di tutto per migliorare la Roma”:
Per Toro: come giudichi la tua partita? tua e della squadra.
“Non è il momento per i giudizi. E’ presto. Devo cominciare con l’autocritica, io devo fare il mio meglio, sperando che il mister mi dia tutte le possibilità possibili e che io le sfrutti tutte. L’atmosfera della squadra? è un ambiente che mi ha accolto benissimo, come se fossi da anni in questa squadra, ragazzi formidabili, dal valore assoluto, come Totti e De Rossi. Ottimo clima. Margini di miglioramento della Roma? devo lavorare di più a livello personale e anche al lavoro del gruppo. Dovrò entrare meglio nel gruppo, nella tattica e non solo”.
Sabatini: “è un calciatore che abbiamo voluto prendere adesso per i nostri errori, ci sono calciatori dai quali ci aspettavamo un recupero pronto, come Dodò, o una buona condizione che riguardasse Balzaretti. Abbiamo rivelato che non era così, ci era rimasto sano a giocare sempre il solo Piris. Abbiamo completato il reparto in maniera selettiva, non ci serviva uno specifico terzino sinistro, ma uno che potesse supplire ad entrambe le fasi ed in entrambi i ruoli. Si tratta di un ragazzo esperto, protagonista nella squadra greca più importante, una carriera condita da oltre 50 partite in nazionale ed altre in Champions ed in Europa League. Lo ringrazio per aver scelto la Roma, nonostante altre offerte. Lo incontrai da terzino destro molto giovane, quando ero alla Lazio: buttarono fuori la Lazio, ma mi ricordai sempre di lui, che fece una grandissima partita”.
Turra: “il direttore sportivo introduce il calciatore. Prima domande al calciatore, che poi liberiamo, e poi ci sarà spazio per le domande a Sabatini”
Seguite con noi la conferenza stampa di Walter Sabatini, che presenterà il nuovo acquisto Torosidis. Aggiorneremo in diretta questo articolo. C’è molta attesa per sapere cosa dirà Sabatini, che potrebbe anche scegliere parlare anche solamente del nuovo acquisto.
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