Rassegna Stampa – Il Romanista – Uno schifo. Una vergogna assoluta. «Un arbitro da deferire» per dirla con le parole del consigliere romanista Baldi. Un furto. Il signor (?) Carmine Russo di Nola ha danneggiato tutti. La Roma ma pure l’immagine (?) del nostro pallone. Perché a noi ha sottratto ingiustamente un uomo (Mexes), un paio di rigori e mezzo e forse i tre punti. Ma al calcio italiano ha tolto ogni credibilità. In compenso ha pure aggiunto: un rigore al Brescia. L’episodio che cambia tutto, che condanna di fatto la Roma alla sconfitta, nasce da un contropiede bresciano. Siamo al 18’ del secondo tempo. Baiocco lancia Caracciolo. Al momento del passaggio, alla destra dell’”Airone” Eder è oltre la linea della difesa romanista. In posizione irregolare. È fuorigioco passivo? No, perché un istante dopo Caracciolo gli serve il pallone. Mexes insegue il brasiliano che si invola verso l’area di rigore. Appena fuori dagli ultimi 16 metri, Philippe colpisce il pallone franando subito dopo sull’ex Frosinone. La sfera termina in angolo. Russo ci pensa su qualche secondo, poi si dirige verso il centro dell’area indicando il dischetto. È rigore! È rigore! È rigore! Pazzesco. Mezza Roma ci mette un nanosecondoa realizzare ciò che i neuroni di Russo hanno elaborato. Il rigore? Non solo. Pure il secondo giallo (ma perché?, perché?, perché?) a Mexes e quindi l’espulsione. Ci vuole l’altra mezza Roma per frenare Phil, per evitare una violenza fisica come reazione a una violenza psicologica. I compagni ne piegano la rabbia. Che Mexes sfoga prima con gli insulti al quarto uomo e al mondo. E poi in un pianto innocuo ma disperato. Ricapitolando: c’è fuorigioco, e il fallo che non è fallo inizia fuori. Come la mettiamo?
Che schifo, appunto. Schifo doppio, oltretutto. Facciamo un passo indietro. Parecchio indietro. Al minuto numero 4 del primotempo, Borriello viene palesemente trattenuto per la maglia nell’area bresciana. Non c’è un rigore solo: ce ne sono due in uno. Il signor (?) Russo sorvola. Sul rovesciamento di fronte, Cassetti si becca un giallo per un fallo che, se c’è, non è da giallo. L’arbitro sbaglia non solo nel merito, ma pure nella forma: adotta due pesi e due misure. AmmonisceCassetti, ma non Eder per un fallaccio da codice penale su Menez. Passata la mezz’ora, al 39’ per la precisione, Borriello reclama poi un altro rigore per l’ennesimo contatto dubbio nella difesa del Brescia. Rigore? E quando mai…
È solo il prequel di un giallo-horror. Il serial killer consuma l’efferato delitto al 18’ della ripresa, ma poi si ripete quattro minuti dopo. In piena area, Hetemaj devia con le mani un cross di Cicinho. È rigore pure questo. Anzi, lo sarebbe. Perché il fischietto di Nola fa finta di niente. E nemmeno si può obiettare che non venga assistito da coloro che sarebbero deputati a farlo. È assistito. Ma male, malissimo. Non vede niente nessuno sul lancio di Cicinho, ma vedono tutti (male, malissimo) sull’intervento di Mexes. In un quadro del genere, sono piccolezze le altre sviste. Vedi l’angolo non assegnato alla Roma dopo che una conclusione di Adriano viene deviata da Sereni a fondo campo. Chi l’ha visto?
Rosella Sensi è infuriata. La presidente si sfoga a RomaChannel:
«Basta, basta, basta! Io sono allibita per quello che ho visto. Che cosa posso dire ai ragazzi io? Che cosa posso dire ai ragazzi io? (lo ripete tre volte, ndr) Comportatevi bene? Sì, l’hanno fatto. Sono sconcertata da tifosa e da presidente. Cosa vado a dire ai ragazzi io questa sera? Poi dicono che noi romani siamo piagnoni. Non siamo piagnoni, siamo forti. Abbiamo una squadra forte, dei ragazzi uniti, una società forte, ve lo dico io che la sto vendendo dopo 18 anni. Questa Roma va tutelata, i tifosi dellaRoma sono unici. E non è la scusa del risultato. Siamo fieri di essere romani e romanisti. Supereremo questo momento. Spero che i romanisti ci seguano, perché siamo forti».