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(BLOG AS ROMA – COSI NON VALE – FORZA-ROMA.COM) – Siamo a Roma e non a Napoli, per questo preferisco pensare all’
”ars oratoria” dei latini, piuttosto che all’antico trucco delle tre carte, di scuola partenopea.
Sta di fatto che, dopo settimane di attesa per la presentazione del “Franco Sensi”, la montagna ha partorito il topolino, in una sorta di inversione spazio – temporale che ha anteposto l’illustrazione del progetto al complesso delle verifiche di fattibilità, pena la sensazione diffusa che si stesse parlando del nulla.
Tutto fantastico, mirabolante, avveniristico; tra pizzini e buoni propositi, comizi elettorali ed effetti speciali, lustrini e paillettes, almeno fino a quando si è trattato di srotolare il protocollo. Poi, però, il microfono è passato ai giornalisti per le domande di rito e a quel punto, il clima conciliante e trionfalistico, respirato fino a quel momento, ha lasciato il posto al panico totale ed alla tensione dilagante. Il più impavido dei cronisti ha osato formulare la domanda che tutti noi serbavamo nel nostro intimo: chi mette i soldi? Mi limito a riportare la risposta testuale fornita dalla dottoressa Cristina Mazzoleni, responsabile dei conti dell’As Roma: "Per quanto riguarda la struttura finanziaria, stiamo lavorando su più ipotesi. Ancora non possiamo dare numeri, abbiamo fatto alcuni business plan in via preliminare. Ci sono ipotesi. Sarà un progetto sostenibile rispetto al valore. Dire quanto costa, oggi, è fuorviante. Il costo comprende più elementi, e avrà un suo piano di sostenibilità economica".
Sarebbe bastato dire: “al momento non lo sappiamo…”.
Dal canto suo, la Sensi ha percepito intenti polemici e provocatori, ogni qual volta le fosse rivolto un quesito, anche il più innocente, preferendo non rispondere. Se non altro, non possiamo tacciarla di incoerenza…
Per fortuna, a casa nostra, nessuno può impedire che ci si esprima liberamente; ed allora, tanto per non dimenticare di “chi” e di "cosa" stiamo parlando, la provocazione la lancio per davvero: ero incollato al televisore ed ascoltavo gli interventi di Ranieri, Totti e De Rossi, quando, per un attimo, ho immaginato fosse arrivato il momento di Alberto Aquilani; quando sono rinsavito, erano lì che intervistavano Riise… Così non vale…