(LEGGO) – La Roma vuole comprare una punta ma per farlo prima deve cedere una punta. Perché? Perrotta s’è fatto male e non è più vendibile, Cicinho è infortunato da tempo, Aquilani è intoccabile e se non lo fosse sarebbe ko pure lui, per Juan vale quasi (quasi) lo stesso discorso. Calcolando che Totti e De Rossi sono la Roma e la Roma non si cede (è più che mai evidente di questi tempi), che Mexes è stato dichiarato incedibile dalla stessa Sensi, che Pizarro si è autoconfermato ieri, sono tre i giocatori che hanno mercato e sono tutti offensivi: Baptista, Menez e, soprattutto, Vucinic. Il montenegrino, però, resta. Parole sue al canale di casa: «Resto alla Roma, nonostante le tante voci sul mio conto mi facciano piacere. Vuol dire che sono cresciuto e sono un giocatore di livello internazionale. L’ultimo contratto che ho firmato sta a significare che ormai ho scelto che la Roma rappresenta il mio futuro. Devo molto a questa società, perché soprattutto dopo il mio primo anno a Roma mi sarei cacciato via da solo. Invece grazie a questa società, ho avuto la possibilità di crescere…». Perfetto, ma allora la domanda è questa: come lo fa il mercato la Roma? Come lo compra l’attaccante? La vera notizia di ieri sta nelle parole di Vanni Puzzolo, l’agente di Brighi: «Se a Matteo non adeguano il contratto, parte». Perfetto, visto che Brighi è forse la vera unica alternativa al quadro tratteggiato sopra, ma se Brighi parte, con Aquilani e Perrotta fuori, la Roma a centrocampo con chi la gioca l’Europa League? Fra l’altro De Rossi tornerà solo il 20, e dieci giorni di preparazione potrebbero non bastargli. La risposta più logica adesso è una: Barusso. Tutto questo insieme a tanto altro, spiega il malumore strisciante della piazza, da Brunico a Roma. Ieri in Trentino l’ennesimo striscione: «E’ finito il tempo del perdono. Onora lo stipendio». Ai Roma Store non si vedono file per gli abbonamenti dai vecchi abbonati, Riscone non è presa d’assalto come ai vecchi tempi, Rosella viaggia ancora sotto scorta, il cantante Brusco incide una canzone di contestazione a lei rivolta («Vendite la Roma e lascia la tribuna, c’è chi per potersi sedere lì digiuna»), la Consob ci tiene a far sapere che la società è nella lista nera. In tutto questo il titolo cresce forse perché le banche hanno trovato l’accordo sul nome del manager. Si attende il comunicato per l’ufficializzazione del nome. Sicuramente, però, non è una punta.