Una vera e propria prestazione da orrore, una Roma chiamata allo spareggio Champions a giocarsela contro un avversario, per carità non me vogliano i tifosi viola, buono ma nulla di trascendentale, ingigantito e sovravvalutato dalla penosa prestazione della Roma soprattutto nei minuti iniziali dei due tempi. Il trovarsi in svantaggio può capitare, quando però si tratta della Roma attuale, il goal subito diventata una coltellata, un colpo difficile da rimontare, così come è successo nel derby i giallorossi tentano una reazione ma non riusciranno mai a rimettere il risultato in parità anzi peggiorano la propria situazione subendo altre marcature che fanno diventare lo spareggio in un vero e proprio naufragio. Citare il singolo, significherebbe addossare colpe che invece riguardano il gruppo, quando 9 su 11 non vanno, è chiaro che le responsabilità non vanno ricercate sul comportamento, Spalletti utilizza molto questa parola, del singolo, ci sono state delle situazioni negative che hanno costretto la squadra a non essere capace di reagire, la caduta della Roma a Firenze non è dettata da episodi negativi, gli episodi negativi sono la conseguenza di un malessere che ha colpito la Roma, una situazione mentale che pesa come un macigno sulla condizione fisica, il non riuscire a recuperare un goal di svantaggio con la gente che la Roma si ritrova in campo, testimonia il vero problema della Roma: la capacità di reagire era propria del sistema di fare calcio di Spalletti, giocarsela a viso aperto, lasciare giocare l’avversario ma essere bravi quando si era in fase offensiva di impostare con rapidità, genialità, corsa e inventiva e fare goal. Oggi la Roma non può essere così, per ritornare a quella condizione deve ripartire da zero, non c’è cosa più grave al mondo di qualcuno che si culla sugli allori non consapevole che quel modo di giocare come ogni fenomeno umano ha un inizio ed una fine.