Il Bologna è ancora vivo. Dopo cinque sconfitte consecutive ed un cambio alla guida tecnica, i rossoblù tornano a vincere, ancora contro una genovese (ultima vittoria il 3-0 alla Samp), in una giornata in cui, visti i risultati delle dirette concorrenti, i tre punti erano una condicio sine qua non per continuare a sperare nella salvezza. Gasperini aveva parlato alla vigilia di partita ‘trappolà, ma al Dall’Ara si è assistito ad una ‘autoimboscatà, che impedisce al Grifone il controsorpasso in zona Champions. La posta in palio è altissima per entrambe, sorprende perciò l’approccio distratto del Genoa alla gara, sia in attacco che in difesa: entrambi i gol degli emiliani, infatti, sono il frutto di clamorosi regali degli ospiti. Inizia Bocchetti, che invece di rinviare il debole tiro di Di Vaio che aveva chiamato all’uscita fuori area Rubinho, manca il controllo del pallone, Mingazzini si avventa sulla sfera e subisce il netto fallo da rigore. Di Vaio non perdona la sua ex squadra, già trafitta all’andata, e trova il ventunesimo gol in campionato, migliorando il record personale (venti col Parma nel 2001/02). Al 23’ è Juric a lanciare il capocannoniere della serie A verso la sua porta, ma il suo diagonale è deviato in angolo. Passano due minuti e il Bologna raddoppia: questa volta la frittata la fa l’intero reparto arretrato che, su una punizione dalla trequarti dell’altro ex Adailton, lascia solo terzi sul secondo palo. Il capitano rossoblù è freddo davanti a Rubinho e trova il suo primo gol nella massima serie. Le cose non vanno meglio in attacco per Gasperini, con Jankovic che fallisce una sorta di rigore in movimento sullo 0-0, e Palladino che non trova la porta con un colpo di testa da un paio di metri poco dopo la seconda marcatura degli uomini di Papadopulo. Nella ripresa scende in campo un Genoa più offensivo, con Sculli e Milanetto per Jankovic e Bocchetti. I liguri vanno vicinissimi al gol con Palladino il quale, al decimo, manda sul palo un diagonale di sinistro dopo un dribbling su Zenoni. Ma è un fuoco di paglia. Nei grifoni, infatti, non basta il ritorno di Milito: l’attaccante argentino si danna l’anima per aiutare i compagni di reparto, ma i suoi assist sono perle ai porci e di occasioni per segnare non gliene capitano, dal momento che ogni volta che ha la palla tra i piedi viene triplicata, più che raddoppiata, la marcatura su di lui. Entra anche Olivera, il Genoa si sbilancia ma non punge e allora il Bologna, in contropiede, ha la chance di chiudere l’incontro con un quarto d’ora d’anticipo, ma il pallonetto di Zenoni è neutralizzato da Juric. Nel recupero ci prova Milito, che sciupa da solo davanti a Colombo. Sarebbe stato un gol inutile, meglio tenerseli per le prossime sfide, a partire dal derby di domenica contro la Sampdoria. Nonostante la seconda sconfitta consecutiva (non era mai accaduto in questo campionato), infatti, il Genoa è lontano soltanto un punto dall’obiettivo con le grandi orecchie. Un solo punto divide anche il Bologna dalla sua personale Champions: la salvezza. ‘Per aspera ad astrà dicevano i latini: i rispettivi traguardi non sono impossibili da raggiungere, ma bisognerà lottare contro le mille asperità per centrarli.