Dopo il Lecce di De Canio, il Barbera è teatro di un altro battesimo: il Torino di Camolese. Ed il risultato non cambia, col Palermo che fa suoi i tre punti. E la prossima formazione che farà visita ai rosanero è il Bologna del pericolante Mihajlovic… La sfida contro i granata, tuttavia, è l’esatto opposto di quella contro i salentini: gol e spettacolo allora, poche emozioni stavolta. In Sicilia si può pensare ancora all’Europa: per la Uefa il discorso è ancora aperto. Certo, servirà giocare molto meglio di così, ma si sa, vincere senza giocare bene è da grande squadra. Al Torino il cambio in panchina non ha dato la scossa, anzi. I piemontesi appaiono da subito intimoriti e privi di iniziativa, con dieci uomini immobili nella propria metà campo. Non c’è traccia del leggendario «cuore Toro». Al contrario, la maglia bianca da trasferta fa somigliare gli undici di Camolese ad un branco di agnellini pronti al sacrificio. Buon avvio del Palermo, con Cavani che calcia verso la porta di Sereni in quattro occasioni nel primo quarto d’ora, senza però inquadrarla mai. Seguono venti minuti di pura noia, interrotti da una punizione dal limite dell’area di Liverani deviata in angolo dal portiere granata. I rosanero provano ad alzare il ritmo per rientrare negli spogliatoi in vantaggio, ma senza troppa convinzione. Per il Torino il primo tiro in porta arriva al 44′, ma Amelia copre bene il primo palo sul sinistro di Abate. Vista la giornata di sole, in molti sugli spalti sembrano pentirsi di aver preferito, in questa prima domenica di aprile, lo stadio Barbera alla spiaggia di Mondello. La ripresa inizia con Gasbarroni al posto di uno spento Rosina, ma è il Palermo a trovare la via della rete con Cavani dopo appena sei minuti: Simplicio crossa dalla destra per l’attaccante uruguaiano che insacca di testa la sua undicesima marcatura stagionale, bruciando sul tempo Natali. Per il difensore non è di sicuro il miglior modo per festeggiare i trent’anni. Camolese cambia ancora, inserendo Ventola in luogo dell’ex applauditissimo Corini. Il centravanti barese sfiora subito il pareggio con un colpo di tacco da pochi passi. Il Palermo è in pieno controllo della partita e si limita ad un prolungato possesso palla, che tiene il risultato in bilico. Non traggano tuttavia in inganno i sei ammoniti nelle fila granata: la reazione del Torino allo svantaggio è praticamente nulla, sebbene ad otto minuti dal termine l’arbitro De Marco sorvola su un contatto in area rosanero tra Carrozzieri e Ventola che sembra da rigore. Eppure l’opportunità di agguantare il pareggio arriva lo stesso, ma il palo ribatte la punizione di Dzemaili ad Amelia battuto. Prosegue il digiuno di gol in trasferta per il Torino, giunto a 324 minuti. La salvezza è a portata di mano (due soli punti dal Bologna quartultimo), ma la quarta sconfitta consecutiva testimonia che ai granata serve molto più di un cambio in panchina per rialzarsi. Il Palermo, invece, può ancora togliersi delle belle soddisfazioni in questa stagione, a partire dalla trasferta di sabato a Milano contro la capolista Inter, sebbene Zamparini consideri l’annata da archiviare con il raggiungimento della salvezza. In fondo per andare al mare c’è sempre tempo.