Un commento da attenzionare, un articolo da leggere, che faccia meditare e condannare i colpevoli. Da "Tutto il calcio che ho conosciuto era uno schifo!". Su Repubblica l’articolo di Bonini-D’Avanzo che racconta il naufragio dell’inchiesta napoletana, quella che in realtà voleva indagare il "sistema" degli ultimi vent’anni (1986-2006), cioè Moggi che scalza Allodi, e spiegare finalmente da dove arrivassero i soldi. E per la serie che al ridicolo non c’é limite, dal Corriere salta fuori pure l’offerta milanista del trapianto di capelli per gli arbitri!
Proprio come per Tangentopoli, anche per il mondo del calcio occorre commentare, per qualcuno a malincuore, che in Italia, grazie a dio, ancora ci sono alcuni magistrati, ma altri no, che fanno il loro dovere e che poi dovranno per forza di cose accollarsi anche l’onere di una supplenza, allora fu per la politica, oggi é per l’intero sistema del calcio. La colpa di questa supplenza allora era della corruzione della politica, oggi é della corruzione dello sport più ricco. Stanno cadendo tutti gli organi, poiché ciascun singolo se la vedrà appunto singolarmente con la giustizia: i dirigenti delle squadre più importanti, arbitri e vertici arbitrali, Federazione, organi di controllo e giudicanti, ed anche alcuni magistrati oltre che giornalisti. Una ricostruzione accurata, sintetica ma giocoforza inquietante, di tutta la vicenda e del suo dipanarsi si può leggere su Repubblica del 15 giugno, che pubblica un articolo di Carlo Bonini e Giuseppe D’Avanzo dal titolo "La fuga di notizie "dolosa" che ha affossato l’inchiesta". Si legge " … Il programma degli impiccioni di Napoli salta. Era ambizioso. I pubblici ministeri erano convinti di poter
ricostruire addirittura un ventennio di storia di "calcio sporco" (1986/2006), dimostrare la continuità del Sistema e la
discontinuità tra la gestione di Italo Allodi e la mano di Luciano Moggi. Ne vedono addirittura la nascita quando Allodi cade per un’inchiesta del pubblico ministero di Torino, Giuseppe Marabotto, che vent’anni dopo ritroviamo "consulente giuridico" del "nuovo gestore" del Sistema.
Armando Carbone, che fu "l’uomo di mano" di Italo Allodi, racconta (interrogatorio del 20 maggio 2005):
"Quell’operazione giudiziaria fu architettata da Luciano Moggi per prendere il posto di Allodi. Non ho esitazioni a riferire che il giudici Marabotto e Laudi furono strumenti di Moggi e sono persone con le quali Moggi ha continuato a intrattenere rapporti fino ad oggi… Marabotto, ogni volta che io – imputato in quell’inchiesta – provavo a parlare del Torino e della Juventus, mi rispondeva che bisognava parlare di altro. Laudi (allora sostituto procuratore e giudice dell’ufficio inchieste Figc) mi disse che della Juve non bisognava parlare" . E il danaro, quello di cui finora nessuno ha parlato se non per affermare che il guaio del calcio sono stati i diritti televisivi, con ogni probabilità arrivava copioso, per anni e per tutti i coinvolti, dalle scommesse clandestine gestite dalla criminalità organizzata; l’unica inchiesta che i PM di Napoli stanno ancora coccolandosi é infatti quella della partita Lecce-Parma, durante la quale l’allenatore Zeman abbandonò la panchina essendosi accorto del trucco " … I pubblici ministeri si conservano tre sole carte, ancora. Le presunte responsabilità della Commissione di appello federale (i giudici di merito
della Figc). Le rivelazioni di segreto di ufficio che coinvolgono carabinieri, poliziotti, finanzieri, magistrati. E, infine,
l’indagine accurata sulla "madre di tutte le partite truccate". Lecce-Parma 3-3 (29 maggio 2005). C’è un sospetto. Perché quella partita, ultima di campionato, doveva finire proprio con quel risultato, 3-3? Perché tra le
2.187 combinazioni ancora possibili e capaci di decidere il destino di chi doveva andare in serie B, è stato combinato proprio quell’esito? L’arbitro De Santis avrebbe potuto lavorare di fino, come ha dimostrato di saper fare, per dare la vittoria al Lecce e dannare alla B il Parma. Era il modo più semplice per salvare la Fiorentina, come stava a cuore al Sistema. Il 3-3 è un risultato astruso, ma forse assai fine. Quel 3-3 può portare diritto nel cuore dell’affare che il Sistema non governava, ma di cui si approfittavano gli uomini del Sistema. Le scommesse clandestine."