E’ con grande piacere che presento questa interessantissima intervista, da me realizzata. Ho avuto la fortuna di avere uno scambio di opinioni, il primo di una lunga serie si spera, con uno dei più importanti agenti FIFA che muovono il calcio italiano, Jean-Christophe Cataliotti, avvocato e agente fifa titolare dei corsi organizzati dalla Cataliotti Football Workshop (consiglio di visitare il sito). Cataliotti, come si può leggere nel sito di questa apprezzabilissima iniziativa, organizza dei corsi per aspiranti agenti FIFA per affrontare e superare l’esame per diventare AGENTI FIFA. Leggiamo insieme questa intervista, che affronta anche temi quali quello della figura dell’agente FIFA.
Gli agenti di calciatori sono sempre al centro di grandissime critiche, al centro di qualsiasi notizia. Ci sono agenti che, indubbiamente, sono molto carismatici, ma non crede che possa essere un’arma a doppio taglio, in sede di mercato? inoltre, molti dicono che in realtà sono gli agenti FIFA a muovere il calciomercato dei club; cosa ne pensa lei? è una figura molto controversa quella dell’agente FIFA.
“Proprio perchè la figura dell’agente dei calciatori è da sempre molto controversa ho voluto – insieme all’amico giornalista Luca Talotta che è il caporedattore di calciomercato.com – cercare di fare chiarezza attraverso un libro, fresco di stampa, pubblicato da UGO MURSIA EDITORE e intitolato “I SEGRETI DELL’AGENTE DEI CALCIATORI“. Dall’esperienza diretta sul campo è nata l’idea di questo libro; organizzando, infatti, corsi per aspiranti agenti dei calciatori si è palesata una richiesta incredibile di informazioni su questa atipica figura professionale. Ritengo, per rispondere al suo legittimo interrogativo, che gli agenti, meglio noti come “procuratori”, svolgano un lavoro fondamentale non solo a favore dei rispettivi assistiti, ma anche delle stesse società di calcio. Senza di loro il mercato del calcio sarebbe immobile visto che l’agente è il promotore principale delle operazioni di mercato sia a livello nazionale che internazionale“.
La regola extracomunitari è qualcosa di realmente misterioso. Può darci qualche delucidazione?
“Semplificando solo in serie A gli extracomunitari, in numero non superiore a 2, possono trovare un ingaggio. In B e in Lega Pro non è, invece, possibile tesserare calciatori che non abbiamo il passaporto comunitario. Quanto detto relativamente al campionato italiano. In altri Paesi si può trovare maggiore apertura verso i tesseramenti di calciatori extracomunitari. Ecco che l’agente FIFA deve essere aggiornato sulle norme di tutte le federazioni nazionali europee per trovare il modo di tesserare con più facilità il proprio eventuale assistito extracomunitario. Va detto, infatti, che l’attività di agente FIFA si può esercitare su base mondiale e, quindi, il calciatore extracomunitario può essere proposto a società di altri mercati come quello francese per fare un esempio“.
Il calcio italiano è in fortissima crisi. Lei pensa che si possa fare qualcosa di “diverso” in grado di far crescere il movimento italico? la Roma lo scorso anno ha spianato la strada ai giovani in Serie A, quest’anno altre stanno prendendo esempio. Il problema è che molte lo fanno per emergenza: non crede che ci si sarebbe dovuti muovere prima in questa direzione?
“Non voglio pensare che vengano impiegati solo per emergenza, per sostituire i calciatori più esperti indisponibili per infortunio. Nei progetti delle grandi squadre i giovani sono un valore aggiunto per due ordini di motivi: 1) perchè i calciatori ci sono e sono forti, vedi il caso proprio di Florenzi; 2) perchè le regole del fair play finanziario lo impongono: non si può spendere di più di quello che si incassa!”
Come si svolge, esattamente, il mercato giovanile? da che età è possibile fare contratti e di quanti anni…insomma, una panoramica su questo tipo di mercato. Spesso molti giovani vengono “strappati” dalle famiglie, senza che nessuno intervenga…
“E’ chiaro che il mercato dei giovani calciatori interessa tutti gli addetti ai lavori, dagli agenti fifa alle società di calcio. In ogni caso, occorre stare attenti a non illudere né i giovani calciatori né tanto meno le rispettive famiglie. L’attenzione andrebbe riservata solo ai calciatori di acclarato talento e di prospettiva, ma nello stesso tempo non dovrebbero neanche essere “bocciati” prematuramente calciatori che devono ancora completare il loro ciclo di maturazione fisica e caratteriale. Di contratti bisogna parlare al momento giusto!”
Lasciando perdere il tema del calcioscommesse, che comunque continua a svilire il nostro campionato, secondo lei il campionato italiano come si pone rispetto agli altri? per esempio quello tedesco, inglese e spagnolo, per dire i più importanti. Ora come ora siamo indietro, la Bundes ha stadi di proprietà, club sempre con il bilancio in verde, ogni squadra dà importanza al marchio e a quegli aspetti che in Italia vengono snobbati. Lei cosa ne pensa?
“Da un punto di vista tecnico il campionato italiano non sta certamente attraversando uno dei suoi periodi più felici, pur mantenendo intatto il suo fascino anche al cospetto degli altri campionati europei. Sul fronte degli stadi di proprietà e delle strategie di marketing è evidente che siamo ancora indietro rispetto, ad esempio, alle grandi squadre inglesi e spagnole“.
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