Alle 21.45 il foglietto con nomi e cognomi esce dall’ufficio al secondo piano del Municipio di Napoli e diventa comunicazione ufficiale alla città. Si tratta dell’elenco dei nuovi assessori della giunta di Rosa Russo Iervolino, sintesi travagliata e avvelenata del confronto-scontro tra Rosetta e i vertici del Partito democratico. Termina dunque la «tarantella»: oggi alle 13.30 il sindaco ufficializzerà anche le deleghe. SEI NUOVI assessori, il minimo indispensabile per coprire i vuoti lasciati dall’inchiesta “Global service” con due assessori arrestati (Felice Laudadio e Ferdinando Di Mezza), due dimissionari (Enrico Cardillo e Luigi Imperlino) e Giorgio Nugnes, morto suicida. Le new entry sono tutti tecnici: Enrica Amaturo, già preside della facoltà di Sociologia di Napoli; Paolo Giacomelli, già direttore del Settore Igiene Urbana del Comune di Roma; Riccardo Realfonso, ordinario di Economia politica all’Università del Sannio; Diego Guida, editore; Marcello D’Aponte, docente di Diritto del Lavoro Pubblico alla Federico II; Pasquale Belfiore, ordinario di Composizione archiettonica alla Sun. Resta immutato l’impianto precedente salvo l’addio di Gennaro Mola, (Pd), assessore alla Nettezza Urbana. Confermati anche il vicesindaco Sabatino Santangelo e l’assessore Nicola Oddati, bassoliniani doc e per questo malvisti dal segretario provinciale Pd, Luigi Nicolais, promotore di un azzeramento dell’esecutivo, cosi come chiesto dal leader nazionale dei Democratici, Walter Weltroni. Ma come si è arrivati alla giunta? Dopo l’aut-aut della Iervolino di sabato («o faccio il rimpasto o andiamo tutti a casa») ed una telefonata col segretario nazionale Veltroni, ieri al Municipio ennesimo e infruttuoso vertice con i due segretari provinciale e regionale Luigi Nicolais e Tino Iannuzzi. «La giunta c’è – annuncia però a sorpresa Rosetta al termine dell’incontro – e se mi riesce di lavorare senza troppe interruzioni la presento domani (oggi ndr;)». Questo in mattinata, ma la giornata si è rivelata ricca di colpi di scena. Certo è che il Pd a malincuore ha mollato la presa, accettando un rimpasto limitato. La vera contromossa dei veltroniani arriva però in serata: tutti i papabili nell’elenco di Nicolais ritirano la disponibilità. Rifiutano Francesco Boccia, parlamentare del Pd e già designato al Bilancio («è cambiato il clima politico» commenta), la sociologa Paola De Vivo e il coordinatore provinciale Democratico, Domenico Tuccillo. IERVOLINO NON CI STA’ e riunisce i fedelissimi nel suo studio. Obiettivo: giungere alla quadratura del cerchio ancor prima della scadenza di oggi. Detto, fatto. Ma basterà a scongiurare il fuoco amico dei veltroniani nel Pd? Ancora presto per dirlo. Nel centrodestra è ancora forte il pressing per chiedere le dimissioni e il voto anticipato: «Non ho dubbi sulla sua onestà personale – afferma Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl – ma riterrei un atto di saggezza” le dimissioni ». Sulla stessa lunghezza d’onda Daniele Capezzone, portavoce di orza Italia: «Ritengo surreale che Iervolino presenti le sue dimissioni come una “minaccia”. Semmai sarebbero una liberazione».