Alla fine del primo tempo Novellino pensava di aver raddrizzato la baracca, mentre Mihajlovic è entrato nello spogliatoio talmente arrabbiato che (come ha ammesso qualche giocatore) ha rotto quello che ha trovato a tiro. Alla fine però la rabbia ha pagato, mentre l’allenatore del Torino ha dovuto fare i conti con l’eccessiva fragilità psicologica della sua squadra. «Non immaginavo – ha detto l’allenatore tornato sulla panchina granata dopo otto mesi – di trovare una squadra così psicologicamente fragile. Oggi è il carattere che è mancato. Purtroppo siamo in un momento delicato, ogni errore si paga. Bisogna lavorare, perchè non possiamo andare in vantaggio e poi prendere gol su calcio d’angolo. Possiamo anche recriminare su qualche episodio, ma a questo punto dobbiamo solo pensare a migliorare». Sinisa Mihajlovic ha ammesso la sua ira. «Nel primo tempo – ha spiegato – abbiamo fatto l’opposto di quello che dovevamo fare; abbiamo regalato il primo tempo e io mi sono arrabbiato. Ho fatto capire che così non si può andare avanti, che è la prima volta che succede e che non permetto che queste cose succedano. L’ingresso di Volpi nel centrocampo a rombo ci ha dato sicurezza, esperienza e tranquillità e dopo aver pareggiato non ci siamo accontentati. Era importante trovare questa vittoria». Mihajlovic ha poi trovato il modo di arrabbiarsi anche quando stava vincendo. Quando, cioè, Di Vaio ha lasciato calciare a Bernacci il rigore che ‘ poi valso il 4-2:. «Il rigorista era Di Vaio e quando ha preso palla Bernacci mi sono arrabbiato, se non avesse fatto gol chissà che sarebbe potuto succedere. Ho rivisto la scena di Materazzi l’anno scorso a Siena». Sul 3-2, quando Mudingayi ha suggerito a Di Vaio di lasciare il rigore al compagno, il bomber rossoblù non ha esitato. «Bernacci s’era procurato il rigore – ha spiegato – era giusto che si sbloccasse, li sa tirare, l’ha calciato molto bene». Nel giorno del suo trionfo personale, con la tripletta e col 12/o gol che lo porta al pari di Milito, se fosse stato in Inghilterra si sarebbe portato il pallone a casa. Quindi questi peccati veniali sono perdonati. «Per mè è un momento unico, magico – ha detto – mi auguro soltanto che continui, e spero che serva per raggiungere la salvezza. Nell’intervallo l’allenatore ci ha dato una carica impressionante e questa vittoria dà adesso più valore ai pareggi fatti». E se Lippi volesse fare un pensierino a lui, sa dove trovarlo.