Conti è un cognome che nella Roma ha fatto la storia, Brunetto, Direttore Tecnico della società cara ai Sensi, ha scritto pagine indelebili ed è entrato di diritto come uomo simbolo della giallorossa per antonomasia. Giorni fa fu protagonista di una diatriba, fatta di comunicati e smentite, sulla vicenda Aquilani, come scritto dal Romanista, autore di un assist, come ne faceva tanti da calciatore, all’Alberto, principino di Montesacro su un suo possibile futuro fuori dalle mura imperiali. Ne nacque un intrigo mediatico, condito di parole su parole trasmesse ad arte e proprio con la virtù della regola dalle eccentriche radio romane che per giorni riempirono interi palinsesti di dichiarazioni autorevoli, di gente comune e di commentatori da "vucciria" del calcio. Aquilani fà notizia e su questo anche se i nubifragi a Roma sembrano diventati una routine, non ci piove. Un suo possibile trasferimento al vento gelido del nord non deve apparire una news di una testata sgangherata ma una reale possibilità che nonostante si percorra la strada della dea deduzione, i fatti sono tali ed i passaggi molto eloquenti con le sperate prese di posizione che lasciano il tempo che trovano, basterebbe che Albertino, emulo di una romanità già economicamente sistemata e con le fasce da capitano già assegnate, dovrebbe suo malgrado interrompere le dicerie, come lui stesso ripete in separata sede, con affermazioni ufficiali, perchè chi vi scrivi o chi vi ascolta da mesi non ha mai sentito il principino dichiarare: "Io amo questa maglia, andrò via solo se la società mi venderà". Credete che possa rovinarsi dichiarando cose che per un romano e romanista siano alla base di tutto, soldi compresi, nessuno vuole fare prezzo, ognuno gioca per se e per portare acqua al proprio mulino, per carità ma certe volte una parola spesa in questa maniera toglierebbe per mesi certi trambusti e creerebbe un interesse particolare al tifoso riguardo al ritorno in campo dello sfortunato calciatore. Vi chiederete e "i Conti che tornano" che c’entrano? Nulla di scandoloso a porsi questa domanda…Conti è Bruno ma Conti è anche Daniele, calciatore nato e cresciuto sulle sponde del tevere, esordiente in giallorosso con tanto di goal sotto la sud che da anni è un uomo squadra del Cagliari di Cellino, un calciatore che in terra sarda ha trovato la sua maturità ed adesso alle soglie della età pesante potrebbe pensare seriamente ad un ritorno alle origini, un viaggio di ritorno che per un tipo come Daniele nelle cui vene scorre sangue ed oro sarebbe come il paradiso all’improvviso. Bruno è chiaro che non metterà mai lingua, nella doppia veste di Direttore ma anche di papà, ma sotto sotto quale genitore romanista doc non vorrebbe vedere il proprio figlio vestire la magica maglia storicamente per lui la seconda pelle.
Il ritorno di Daniele per Bruno padre sarebbe un tocco di assoluta romanità da annoverare nell’ormai collaudato gruppo, mettere tanto amore per questi colori non guasta anzi attira la folla stanca di pianti e lamentele dentro Trigoria o con amici poco affidabili, di mugugni nati per propri interessi, come chi tira il sasso e ritira la mano, siamo certi che Daniele, il Conti, tirerebbe volentieri il sasso ma si assumerebbe senza esitazioni le proprie responsabilità.