Rassegna Stampa | Il Romanista | Ranieri è sicuramente l’artefice della vittoria 2-0 con la Juve a Torino, e si è preso pure una bella rivincita, anche se lui non parla di rivincita…
Su tre partite sulla panchina della Roma contro la sua ex squadra a Torino ha raccolto 7 punti su 9…
Da quando è l’allenatore della Roma per tre volte ha affrontato la Juventus a Torino. Su 9 punti disponibili ne ha portati a casa sette (vittoria in campionato un anno fa, pareggio a novembre, vittoria ieri), prendendosi  la soddisfazione più grande: buttare fuori dalla Coppa Italia, dopo la  Lazio, la squadra con cui si è lasciato in pessimi rapporti. E’  stato cacciato, Claudio Ranieri, e al suo posto sono arrivati Ferrara,  Zaccheroni e Delneri. Tutti hanno fatto peggio di lui, tanto che i  giornalisti di fede bianconera, mentre aspettavano il loro allenatore in  sala stampa, si chiedevano: «Ma non possiamo riprendercelo?».  No, impossibile. Testa e cuore di Claudio Ranieri sono della Roma. Fino a  giugno sicuramente, poi chissà (anche se il rinnovo è sempre più  vicino). Lui non ci pensa, così come non pensaalla questione societaria:  fa quadrato intorno alla sua Roma, alla squadra, pensa solo a giocare. E  vincere. «E’ vero – ammette – ma non è una cosa solo di questi  giorni. Ad inizio campionato ho detto alla squadra: noi abbiamo due vie.  O ci facciamo coinvolgere dalle questioni esterne o pensiamo solo a noi  e ci isoliamo. Stiamo facendo questo, i miei ragazzi lavorano con  passione e serietà e meritano tutti i risultati che stanno ottenendo,  anche se ancora non abbiamo portato a casa nulla. Loro mi seguono,  nonostante quello che qualcuno pensa o dice». Se Ranieri fosse un magnate straniero un pensierino alla Roma lo farebbe: «Ci  sono ottimi giocatori, un brand importante, la possibilità di costruire  lo stadio… Ma non dico di più, io mi concentro su altro». E altro dice che la Roma è in semifinale di Coppa Italia, dopo aver eliminato Lazio e Juve: «Non  parlo di rivincite – spiega, riferendosi al suo passato bianconero – ho  lasciato ottime persone qui, sono e sarò sempre riconoscente alla  Juventus, ma adesso, allenando la Roma, ho realizzato il mio sogno. Non  credo che ci sia un allenatore più fortunato di me». La sua  squadra a Torino ha dominato, specie nel secondo fatto due gol senza  prenderne, abbiamo cercato di pressarli evitando che ripartissero e che  ci mettessero in difficoltà con dei cross tesi e precisi dal fondo come  era successo in campionato. Avevamo promesso una gara tosta, l’abbiamo fatta. Ma adesso basta pensare a questa partita. L’Inter?
L’affronteremo ad aprile, troppa acqua dovrà passare sotto i ponti… Il mio pensiero è rivolto già a Bologna». D’altronde, le grandi squadre fanno così: «In campionato, si sa, dobbiamo migliorare le prestazioni fuori casa. Domenica ci aspetta la prova del nove. Questa è una squadra – conclude – costruita senza spendere i soldi  spesi da altri. Abbiamo pagato i due Burdisso, Borriello ancora no,  quindi non ci siamo svenati. Eppure siamo lì, in corsa per tutto, con  una rosa ampia e dei giocatori magnifici. Complimenti alla Sensi e a chi  lavora con lei». Unica nota stonata: l’assenza di tanti tifosi.  Ranieri, a Roma Channel, non usa giri di parole: «La loro assenza mi è  dispiaciuta. Che ci sta a fare la tessera del tifoso se poi chi ce l’ha  non viene o non può venire?».
 
					
