Rassegna Stampa – Corriere dello Sport – Sembra avvicinarsi sempre di più la data finale della cessione della Roma. A quanto pare Unicredit vuole accelerare i tempi, e ha avviato il procedimento per la visione di tutti i documenti ai possibili acquirenti, che ormai sembrano essere due. Le probabilità maggiori di acquisto sono legate a Giampaolo Angelucci, a capo del gruppo Tosinvest e a un gruppo americano non meglio identificato, il quale ha dato mandato allo studio Tonucci.
Unicredit cerca di accelerare i tempi. Ieri è arrivata sui tavoli dei potenziali acquirenti la vendor due diligence, vale a dire l’accesso a una data room che consente di avere visione di tutti i dati della società, in base ai quali possono essere chiesti ulteriori chiarimenti. In questi giorni infatti a Trigoria ci sono molto passaggi di documenti. Come previsto non è stata fatta una short list, la banca ha chiesto ai cinque che avevano presentato manifestazioni di interesse di preparare un’offerta vincolante entro il 15 dicembre. I tempi sono troppo ristretti, le offerte arriveranno solo a ridosso di Natale.
CORSA A DUE – Ma il cerchio si stringe e secondo fonti vicine alla banca sarebbero rimasti due gli investitori che potrebbero arrivare alle offerte vincolanti. Si tratta di Giampaolo Angelucci, a capo del gruppo Tosinvest, e di un misterioso gruppo americano, che avrebbe dato mandato allo studio Tonucci. E’ uscito di scena il russo, che aveva manifestato interesse per l’intero gruppo Italpetroli direttamente a Unicredit. Era interessato al settore petrolifero, ma non alla Roma. Non è andato avanti neanche l’altro investitore americano che si era affidato all’advisor Kpmg. Il fondo arabo Abbar, che ha tenuto l’asticella alta per la banca per qualche settimana, ha fatto sapere di non voler essere più coinvolto. Per ultimo Longarini, che attraverso i suoi avvocati ha presentato un’offerta articolata, ma che si aggira intorno ai trenta, quaranta milioni, più una copertura personale dei debiti. Per Unicredit non entra nemmeno in gioco.
LE CIFRE – Angelucci ha presentato una proposta di 86 milioni per la banca nella prima offerta vincolante e può rilanciare di venti, trenta milioni. Più altri ottanta da destinare al rilancio della squadra, oltre la copertura dei debiti. L’imprenditore romano si è affidato ai manager di Imi- gruppo Intesa per trattare con la banca e ha presentato anche un piano industriale. Se Unicredit accetterà l’offerta vincolante si passerà a quella fidejussoria. Nel frattempo deve essere costituita la Newco e si dovrà procedere alla scissione della Roma da Italpetroli. Adepimenti tecnici che, insieme all’Opa, richiedono circa novanta giorni.
BIVIO – Unicredit si trova di fronte a un bivio. In attesa di conoscere meglio il misterioso gruppo americano, o accetta l’offerta di Angelucci, oppure decide di gestire la Roma per un’altra stagione. In questo caso bisognerà coprire l’esposizione debitoria che attualmente è di ventuno milioni e in caso di mancata qualificazione alla Champions League potrebbe salire a quaranta. Di certo le previsioni iniziali di poter ottenere 150/ 180 milioni dalla cessione della Roma difficilmente saranno rispettate. Per la Roma non c’è asta, non c’è interesse, né appeal internazionale. I vertici di Unicredit si interrogano su valutazioni troppo ottimistiche, nella speranza che spunti un jolly.