Rassegna Stampa – Corsport – «La polizia, non intervenendo pesantemente, ha evitato una strage». Non ha dubbi, Roberto Maroni, ministro dell’Inter no: la strategia seguita a Genova ha evitato un secondo Heysel. Non è stata una giorna ta semplice, quella di ieri, al Viminale. Troppo crude, troppo dure quelle immagini che hanno fatto il giro d’Europa e del Mondo. Una pagina «nera»: poteva essere evitata? Perché è questo l’interrogativo intorno a cui tutto ruota. Compreso lo scambio di accuse tra Roma e Belgrado e che nel corso della giornata ha assunto aspetti curiosi, con il ministro degli esteri, Frattini, che annunciava le scuse ufficiali del suo collega serbo e l’Interno, che puntava il dito contro la polizia italiana suscitando la dura reazione dei sindacati e di Pierferdinando Casini, presidente dell Udc:
«Le autorità serbe devono assumersi le proprie responsabilità e non possono certo ri versarle sulla parte lesa»
In serata, forse, la svolta: il presidente della Serbia, Boris Tadic, ha chiamato il premier italiano Silvio Berlusconi, dicendosi dispiaciuto per quanto accaduto.
L’IRA DI GENOVA -A pagare ancora una volta la città ligure, messa a soqquadro dalle orde barbariche calate da Belgrado. Danni che il Comune vorrebbe far pagare a chi li ha prodotti, con apposite richieste di risarcimento, costituendosi parte civile nei processi in cui sfileranno gli accusati, a cominciare dall’ormai famigerato Ivan. Il sindaco Marta Vin cenzi sembra intenzionata a seguire questa linea. Ma nell’attesa dei risarcimenti, punta il dito contro il Viminale, contro Maroni:
«Il ministero dell’Interno non ha saputo valuta re il problema e soprattutto la pericolosità dei tifosi a cui non doveva essere consentito l’accesso a Genova»
E’ proprio questa l’ac cusa più insidiosa. Come hanno fatto ad ar rivaresin qui? Antonio Manganelli, capo della polizia, ha cercato di rispondere alle critiche.
«Era impossibile impedire l’arrivo dei tifo si serbi sia perché l’abolizione dei visti dal la Serbia rende impossibile il controllo alla frontiera, sia perché non ci sono state speci fiche indicazioni sui movimenti dei tifosi da parte delle autorità serbe che potessero con sentire l’adozione di particolari misure di prevenzione»
Manganelli non ha dubbi. Lo ha messo per iscritto, in una relazione con segnata al ministro e che farà probabilmen te parte della documentazione che l’Italia in vierà all’Uefa. Il capo della polizia ribadisce:
«Solo il comportamento responsabile delle forze dell’ordine ha evitato incidenti ancora più gravi».
IN PARLAMENTO – Ma le certezze del ministro e del capo della polizia (che incontrandosi hanno concordato sul fatto che non siano rinvenibili nelle vicende di Genova «responsabilità della polizia italiana») non sono condivise da tutti. E se gli esponenti del governo fanno quadrato intorno al collega («Mi ha stupito che c’è chi ha sollevato ingiustifica ti dubbi sull’operato della polizia italiana», ha replicato Ignazio La Russa, ministro del la Difesa), dall’opposizione sono arrivate richieste di chiarimenti e anche, più isolate, di dimissioni. Ovviamente di Maroni («Dopo la notte di guerriglia e devastazione di Genova il ministro dell’interno ha il dovere di rasse gnare le dimissioni», ha detto il presidente dei deputati dell’Idv, Massimo Donati).
Le ferite genovesi, in ogni caso, finiranno a Montecitorio perché in molti reclamano una pubblica relazione da parte del Gover no e in molti annunciano la presentazione di interrogazioni. Sollecita un dibattito l’ex ministro dello sport, Giovanna Melandri:
«Crediamo sia doveroso per il ministro Maroni venire in Parlamento e spiegare ai cittadini italiani cosa non ha funzionato l’altra sera».
Mentre Pedica dell’Idv invoca il pugno duro:
«Chiedo sanzioni severe per gli autori della guerriglia e più controlli nell’ambito delle manifestazioni sportive. Doveroso mettere in campo azioni per arrivare al completo isolamento del gruppo denominato “tigri di Arkan”».